Dal dibattito è emerso che la formula delle gabbie di cattura rimane la più efficace e meno costosa e che quella del selecontrollo, da più parti invocata, può avere una funzione più psicologica che risolutiva.
“Come Associazione” ha detto il Presidente della Coldiretti, Aldo Mattia “abbiamo auspicato il selecontrollo come forma di lotta al soprannumero degli ungulati, ma ben sappiamo che questo, all’interno di un’area protetta, è da considerarsi solo un palliativo. Occorre insistere nei confronti della magistratura, tramite un’istanza istituzionale congiunta, per il riposizionamento a breve termine delle gabbie di cattura”.
“La misura” ha aggiunto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi “è ormai colma e non sono più tollerabili rimpalli di responsabilità. Dalla colpevole interruzione di quel processo virtuoso, anche dal punto di vista economico, che era stato avviato con l’Ente Parco tramite le gabbie di cattura, sono scaturiti danni erariali, per i quali mi impegno, qualora non si intraveda in tempi brevi una soluzione, a presentare delle denunce circostanziate”.