L’Aquila. Si terrà domani 30 marzo dalle ore 17 la manifestazione “Tutti convocati. Per una giustizia italiana che non dimentichi la strage dell’Aquila del 6 aprile 2009”. Ad organizzarla sono stati Vincenzo Vittorini, Massimo Cinque, Maurizio Cora e Pier Paolo Visione, parenti di alcune delle 309 vittime provocate dal devastante terremoto.
La data coincide con quella in cui, 7 anni fa, ci fu una telefonata tra l’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso e l’ex assessore regionale Daniela Stati (sua omologa) nella quale si parlava di “operazione mediatica” rispetto alla Commissione Grandi Rischi (Cgr) che si sarebbe riunita in città il giorno dopo.
Lo scopo della Protezione civile sarebbe stato quello di rassicurare la popolazione che non c’era il pericolo di una forte scossa dopo che gli aquilani erano alle prese dal dicembre 2008 con uno sciame sismico. Dopo la condanna in primo grado (22 ottobre 2012) dei 7 componenti la Cgr in carica all’epoca – sei anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose – 6 dei 7 imputati sono stati poi assolti sia in Appello (14 novembre 2014), sia in Cassazione (20 novembre 2015). L’unica condanna a due anni di reclusione e’ stata inflitta a Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento della Protezione civile.
Fu lui, il 31 marzo 2009, dopo la riunione della Cgr, ad affermare in una intervista tv che “non c’era pericolo”. In un filone parallelo denominato “Grandi rischi bis”, e’ imputato Guido Bertolaso, oggi candidato sindaco di Forza Italia a Roma. La prima udienza in Tribunale (tenutasi lo scorso 4 marzo) e’ stata rinviata al prossimo 21 giugno. “Quella di domani – hanno affermato gli organizzatori – e’ una manifestazione per stare insieme con dignita’, portando il simbolo di una rosa, affinche’ l’indifferenza, la prepotenza ed il silenzio di alcuni non macchino oltre misura la storia della citta’ dell’Aquila e violentino i valori di civiltà e giustizia che sentiamo nostri fino a prova contraria”.
3e32 / CaseMatte aderiràalla manifestazione indetta dai parenti delle vittime del terremoto dell’Aquila per domani 30 marzo al Parco del Castello.
‘Chiedere verità e giustizia significa respingere con forza la narrazione tossica che vuole riscrivere la storia: nei giorni precedenti al terremoto del 6 aprile 2009 una operazione mediatica pensata e guidata da Guido Bertolaso produsse una riunione farsa di una commissione di scienziati pronti a eseguire ciecamente ciò che il potere gli chiedeva: tranquillizzare la popolazione.
Nessuna sentenza di nessun tribunale riscriverà la storia, gli aquilani e le aquilane sanno cosa fu la Commissione Grandi Rischi, quale ruolo ebbe e soprattutto quali effetti generò.
Come probabilmente accadrà anche Guido Bertolaso la farà franca dal punto di vista giudiziario, cosa che ci interessa relativamente.
Noi sappiamo quali sono i mandanti, e non basta un’assoluzione, una prescrizione o uno squallido riciclo nella politica romana per depistare dalla voglia di verità e giustizia. Vi hanno già condannato la storia e gli aquilani’, si afferma in una nota.
‘Anche Italia Unica Abruzzo parteciperà alla manifestazione che si terrà al parco del Castello per sostenere tutta la comunità aquilana e i familiari delle vittime del 6 aprile 2009, al fine di evitare che la tragedia possa essere dimenticata e per chiedere a gran voce la verità in merito alle tante contraddizioni emerse soprattutto appena prima del sisma.
Saremo presenti perché questa non è una manifestazione come le altre. E’ questo il momento in cui tutti dobbiamo far sentire la nostra vicinanza e vera solidarietà a chi ha perso le persone più care in quel tragico sisma di 7 anni fa.
In particolar modo, lo faremo con la nostra cara amica Maria Grazia Piccinini, per noi simbolo di chi cerca la verità, quella che qualcuno vuole evitare di raccontare’, sottolinea Renato Ranieri di Italia Unica Abruzzo.
Anche Appello per L’Aquila aderisce alla manifestazione organizzata dai parenti delle vittime per chiedere verita’ e giustizia su quanto accaduto nei giorni precedenti al sisma. In questi anni e in questi giorni – scrive il movimento in una nota – in tanti hanno cercato di distorcere i fatti negando le evidenti responsabilità giudiziarie e politiche di chi organizzo’ e partecipo’ ‘all’operazione mediatica’ della Commissione grandi rischi.
Fa male alla nostra democrazia vedere che il maggior responsabile possa ancora oggi ambire a cariche pubbliche. In quei giorni lo Stato ha fallito e bisogna battersi affinchè a nessuno sia permesso il revisionismo storico di quanto accaduto prima e dopo del terremoto. Non per desiderio di vendetta – sottolinea Appello per L’Aquila – ma perchè quanto accaduto non possa mai più ripetersi”.