Avezzano. Tornano nel fine settimana gli eventi previsti dal programma “Fucino 2016. Archeologia a chilometro zero” a cura della Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo, con le aperture e le visite guidate di due aree archeologiche: sabato 12 marzo la villa romana di Avezzano (ore 10,30 -13,00 e 15,30 – 18,00) e domenica 13 il santuario di Angizia a Luco dei Marsi (ore 10,00 – 13,00).
Queste aree archeologiche sono inserite nel circuito archeologico e culturale della Marsica, insieme agli altri luoghi che, in questo periodo, sono al centro di varie iniziative.
La grande villa, situata nella periferia di Avezzano e in epoca romana appartenente al territorio di Alba Fucens, è stata rinvenuta in occasione della realizzazione di un centro commerciale; nel 2005 i saggi preventivi permisero l’individuazione dell’edificio e, successivamente, lo scavo.
Al termine, l’area è stata oggetto di un progetto di valorizzazione che ne consente la fruizione.
Il settore residenziale e quello produttivo mostrano le differenti destinazioni degli spazi; in uno degli ambienti aperti sull’atrio, è conservato un pregevole mosaico con motivi figurati, di cui quello centrale policromo rappresentante una vittoria alata in corsa su biga (fine II- inizi III sec. d.C.).
I reperti più significativi dal 2008 sono esposti all’interno del centro commerciale “I Marsi”, in modo da non rompere il legame con il loro luogo di rinvenimento e sperimentare nuove forme di presentazione al pubblico in un posto insolito.
La gestione della villa, da vari anni, è stata affidata dalla Coop Centro Italia a una cooperativa di archeologi che si occupano dell’apertura e delle visite guidate che si svolgeranno, fino a ottobre 2016, secondo un calendario già disponibile (tel. 339-7431107; www.coop.limes@libero.it).
L’area sacra di Luco dei Marsi è stata aperta al pubblico nel 2014, dopo i lavori di messa in sicurezza e sistemazione da parte della Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo, effettuati con fondi derivanti dall’otto per mille; l’instabilità del versante montuoso ha infatti dettato la necessità di collocare una rete paramassi per arginare i grandi blocchi in pietra che, già nel passato, colpirono il santuario.
Angizia, alla quale era probabilmente dedicato il santuario affacciato sulla riva del lago Fucino e ricordato da Virgilio, incarna vari aspetti del mondo femminili, riproposti dalle tre statue rinvenute nel 2003: la dea in terracotta seduta in trono (III sec. a.C.) e le due in marmo di scuola rodia del II sec. a.C., rappresentanti Cerere e Afrodite, esprimono l’adesione a forme artistiche di particolare pregio.
Il percorso di visita si snoda attraverso gi edifici sacri che, a partire dal III sec. a.C. ospitarono il culto delle dee.
Si occupa dell’apertura (ogni prima e terza domenica del mese) la locale associazione “Luco è il mio paese” (tel. 339-3784957), in collaborazione con il Comune di Luco dei Marsi e la Soprintendenza.
LA CITTÀ SANNITA DEL CURINO DI ALFEDENA E IL SANNIO: RICERCHE ANTICHE E MODERNE
L’incontro che si svolge il 12 marzo con inizio alle 15 presso il Museo Archeologico “A. De Nino” di Alfedena offre l’occasione per presentare i risultati delle prospezioni magnetometriche eseguite dall’Università di Roma “Sapienza” dal 2012 al 2014 finalizzate a rilevare e definire i resti archeologici presenti nel sottosuolo dell’area archeologica di Alfedena e per ripercorrere le ricerche archeologiche condotte dalla Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo sulle necropoli protostoriche di Alfedena e dell’Alto Sangro.
La giornata di studi è finalizzata anche a presentare il progetto del Parco Archeologico dell’Alto Sannio, sostenuto dal Comune di Alfedena che confida nel reperimento di fondi europei per valorizzare il patrimonio archeologico.
Il programma del convegno organizzato in collaborazione tra il Comune di Alfedena, l’Università di Roma “La Sapienza” e la Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo prevede, dopo i saluti di Massimo Scura, Sindaco di Alfedena, interventi di Paola Piana Agostinetti e Alessandro Vanzetti della Università di Roma “La Sapienza”; Andrea Di Renzoni del CNR – ISMA; Amalia Faustoferri della Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo; Stéphane Bourdin dell’ Ècole Francaise de Rome; Francesco di Gennaro, Soprintendente per l’archeologia dell’Abruzzo; Alberto Savastano dell’Associazione Alto-Sannio; coordina la discussione finale Silvano Agostini della Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo.