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Terremoto L’Aquila, ritardi nei pagamenti: scoppia la polemica

L’Aquila. I fondi per la ricostruzione? Ci sono….anzi no. Si infittisce sempre più il mistero sui soldi destinati a ridare vita alla città distrutta del terremoto del 6 aprile 2009. Il sindaco Massimo Cialente non fa altro che ripeterlo da mesi: “I soldi sono finiti”. Nello scorso mese di giugno gli albergatori della costa teramana, che nella fase post emergenza hanno ospitato i terremotati, avevano cominciato a lamentare i forti ritardi nel pagamento delle fatture.

Qualche settimana fa (8 luglio) il governatore e Commissario per la Ricostruzione Gianni Chiodi aveva assicurato: “i fondi per la ricostruzione ci sono e ammontano al momento a due miliardi di euro, di cui finora sono stati usati 371 milioni di euro”. Poi sono tornate le polemiche degli albergatori, che minacciano di sfrattare gli sfollati, e degli imprenditori, impegnati nei lavori di puntellamento. E, infine, l’ammissione di Chiodi: “Mancano i fondi per la copertura dei debiti”.

“E’ la realtà drammatica nella quale si trovano gli Enti e le Istituzioni locali abruzzesi impegnati nella gestione e ricostruzione del post terremoto” commenta Cialente. “La questione non è che finché c’era la Protezione Civile funzionava tutto e ora che ci sono gli Enti locali a gestire i problemi tutto è fermo. La realtà è che i soldi sono finiti”.

Il sindaco spiega che al momento vi è un buco di 70 milioni con tutti gli albergatori, gli ultimi acconti sono stati pagati a novembre. “Dopo di che” prosegue Cialente “ci sono arrivati 122 milioni di euro, con i quali abbiamo dovuto pagare parecchie cose, e per gli alberghi sono rimasti solo 20mln, per cui gli albergatori avanzano in questo momento 70 milioni”.

Il Commissario Chiodi incontrerà venerdì 23 luglio il ministro Giulio Tremonti proprio per discutere la questione. E, intanto, oggi, è tornato sui suoi passi, spiegando che “alcuni obblighi sono stati assunti, ma non ancora assolti” ed elencando tutte le spese aperte dalla Protezione Civile e lasciate in eredità alla struttura commissariale.

“Il pluri-commissario Chiodi è stato in grado di smentire se stesso nel giro di 15 giorni” commenta il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci. “Dopo aver annunciato trionfalmente di aver strappato 800 milioni di euro per L’Aquila, ora è costretto ad ammettere che non c’è più un euro. I pasticci del governo Berlusconi e del commissario Chiodi si ripercuoto su migliaia di sfollati che ora rischiano di essere cacciati dagli alberghi, mentre all’Aquila non si sa quanti e quali soldi sono disponibili per la ricostruzione. L’incertezza è assoluta e Chiodi immobile: dopo mesi di promesse, alla prima prova si scopre che non ci sono soldi neppure per pagare gli alberghi e che anzi i debiti accumulati ammonterebbero a 350 milioni di euro, che non si sa come e quando verranno pagati. Anche per questo i senatori del Pd hanno chiesto un’indagine conoscitiva in commissione bilancio: i cittadini aquilani non possono più pagare gli errori, la confusione e il pressapochismo di Chiodi e Berlusconi”.

Intanto questa mattina, Gianni Chiodi ha incontrato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per sollecitare il trasferimento delle somme stanziate dal Governo a copertura delle obbligazioni assunte per l’emergenza.

”Ho fatto presente che è necessario provvedere al più presto a girare i fondi alla contabilità commissariale” ha detto il Commissario. “Serviranno per far fronte agli impegni presi per l’assistenza alla popolazione, compresi i pagamenti alle strutture alberghiere che hanno ospitato e che ospitano ancora gli sfollati, per l’esecuzione di lavori urgenti per la salvaguardia dell’incolumità dei cittadini e per ogni altra attività legata alle operazioni di più stretta emergenza”.

Il premier ha rassicurato Chiodi sull’impegno ed il sostegno del Governo per la ripresa e la ricostruzione dell’Aquila, confermando l’avvenuto accredito a favore del Commissario di 170 milioni di euro e comunicando di aver firmato un ulteriore provvedimento per la disponibilità di 714 milioni di euro.

Quanto alle spese legate all’emergenza, Berlusconi ha garantito che sono in arrivo 130 milioni di euro da destinare alle strutture ricettive ed ai Comuni per le opere di somma urgenza.

”Grazie all’impegno del presidente Berlusconi” ha commentato Chiodi “abbiamo avuto quella svolta che aspettavamo da qualche giorno. Ora spero che gli Enti locali, gli operatori economici e tutti i soggetti a qualsiasi titolo coinvolti possano trovare elementi per guardare al prossimo futuro con rinnovata fiducia”.

 

Sulla vicenda intervengono Assoturismo e Federturismo. Le posizioni estreme non rappresentano una categoria laboriosa e accogliente come quella degli albergatori: abbiamo accolto i cittadini aquilani e non li cacceremo, non fa parte del nostro stile e dello spirito di accoglienza di noi albergatori abruzzesi.Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto e della qualità del servizio, gli albergatori non meritano le ombre che polemiche di questo tipo possono provocare in piena stagione estiva. Ma chi lavora ha il diritto di essere pagato”. Lo affermano Daniele Zunica, presidente regionale di Assoturismo-Confesercenti, e Giuseppe Vagnozzi, presidente provinciale di Federturismo-Confindustria, che insieme rappresentano la maggioranza delle imprese turistiche e ricettive della costa teramana. ” Più volte abbiamo sollecitato il pagamento dell’enorme arretrato – sottolineano Zunica e Vagnozzi- e ora la Regione, che pure non è responsabile diretta di questa situazione, si faccia carico di trovare una soluzione. Aver pensato di ricostruire L’Aquila e dare un tetto a 60 mila persone senza una legge rende tutto molto più complicato, e avevamo più volte segnalato i rischi derivanti dal voler saturare ad ogni costo alcune strutture ricettive. Ma una cosa è certa: in questi mesi gli albergatori abruzzesi hanno dimostrato un forte spirito di solidarietà, la capacità di lavorare a viso aperto per dare una risposta immediata e di qualità all’emergenza senza rinunciare ai contratti con i tour operator per non far morire il turismo, la nostra vera e stabile fonte di reddito.