Parco Nazionale Gran Sasso: presentata unità cinofila antiveleno

cane_antivelenoDingo, Jonai, Datcha, Maya e Karma: sono i cinque cani dell’Unità Cinofila Antiveleno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Cinque bellissimi pastori belga malinois, labrador e border collier, che questa mattina, accompagnati dai due conduttori, hanno fornito a Barisciano una dimostrazione delle loro capacità nella ricerca di bocconi avvelenati. Quando li trovano, li marcano accovacciandosi nei pressi e segnalandone la presenza ai conduttori, con i quali mostrano di avere un rapporto davvero speciale. In seguito, sono gli agenti del Corpo Forestale dello Stato ad occuparsi della repertazione dei campioni, delle indagini investigative e di tutti i passaggi tecnici e legali. Per i cani, la ricompensa è fatta di coccole e giochi.

L’utilizzo di Nuclei Cinofili Antiveleno è una novità assoluta nel panorama italiano e rappresenta una svolta nella lotta alla barbara pratica che provoca ogni anno migliaia di morti e per combattere la quale non vi era sinora alcun efficace strumento. Il veleno, infatti, non è selettivo e colpisce tanto il cane domestico quanto gli animali selvatici protetti come orso, lupo, aquila reale, gipeto, grifone, nibbio reale e capovaccaio. Muoiono tra atroci sofferenze sia gli animali che si cibano direttamente dei bocconi avvelenati sia quelli necrofagi, che si cibano cioè delle carcasse di animali morti per avvelenamento. Si innesca così un’agghiacciante catena di morte.

I Nuclei Cinofili Antiveleno che il Parco ha a disposizione sono due: il primo è composto da tre cani guidati da un conduttore dell’Ente, il secondo da due cani guidati da un conduttore del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Corpo Forestale dello Stato. Entrambi effettueranno sia uscite mirate, ad esempio su segnalazione di casi di sospetto avvelenamento, sia ispezioni preventive sul territorio del Parco, affiancati dagli agenti del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Corpo Forestale dello Stato.

 

 

 

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