Pacentro. Il 15 dicembre le associazioni ambientaliste LIPU, WWF, Salviamo l’Orso, Mountain Wilderness, Pro-Natura e Touring Club Italiano avevano inviato una lettera allarmata agli uffici competenti contro un progetto per la realizzazione di una Zipline, per volare agganciati ad un cavo di acciaio lungo non meno di 1000 metri, che attraverserebbe la zona rupestre nei pressi di Pacentro.
Il Ministero dell’ Ambiente ha reagito con grande sollecitudine il 23 dicembre, chiedendo, nella sua qualità di Autorità di Sorveglianza per i siti di Natura 2000, a Ente Parco della Majella, Comune di Pacentro e Regione di dare riscontro alle osservazioni formulate dalle Associazioni ambientaliste. Infatti questa zona è compresa nella Zona di Protezione Speciale n. IT7140129 “Parco Nazionale della Majella” e nel SIC n. IT71440203 “Majella” e pertanto è particolarmente protetta.
‘L’impianto verrebbe realizzato in una delle zone rupestri più importanti del Parco, nel cuore di un territorio di nidificazione di una coppia di aquile reali. Ma in zona nidificano anche altri uccelli di notevole importanza naturalistica come il falco pellegrino e il gracchio corallino .E vi nidifica anche una coppia di lanario, rarissimo falcone minacciato di estinzione in particolare in Abruzzo dove non risultano esserci ormai più di 3-4 coppie. Si tratta di specie particolarmente protette dalla normativa comunitaria e nazionale. La valle è frequentata anche dall’orso bruno marsicano ed è sede di un importante flusso migratorio di varie specie di uccelli.
Diversi uccelli potrebbero morire per collisione con il cavo e il disturbo derivante dalla Zip Line eserciterebbe, con molta probabilità, un impatto rilevante nei confronti di altre specie, tra cui prima di tutto l’orso’, si legge in una nota congiunta firmata da Stefano Allavena – Coordinatore LIPU per l’Abruzzo, Luciano Di Tizio – Delegato Abruzzo WWF Italia, Stefano Orlandini – Presidente di Salviamo l’Orso, Mario Marano Viola – Responsabile Mountain Wilderness per l’Abruzzo, Piera Lisa Di Felice – Responsabile Pro-Natura per l’Abruzzo, Giuseppe Di Marco – Responsabile Legambiente per l’Abruzzo e Bruno Petriccione – Referente ambiente per l’Abruzzo del Touring Club Italiano.
‘Ma grave sarebbe anche il danno al paesaggio in un territorio dove le zone rupestri, le formazioni forestali e il borgo di Pacentro, costituiscono un insieme armonico ed integro di notevole valore paesaggistico.
Trattandosi di area inclusa nella rete di “Natura 2000” è obbligatorio redigere uno Studio di Incidenza Ambientale per qualsiasi opera da realizzarvi, in base alle normative europee e nazionali. In mancanza, l’opera è da ritenersi illegale. Non risulta che tale Studio sia stato redatto. Risulterebbe invece che il discorso dell’impatto sull’ambiente sia stato liquidato dal Comune di Pacentro con una relazione di un paio di righe nelle quali, in modo del tutto arbitrario e superficiale, si afferma che non vi è incidenza. Ci si domanda poi se in merito l’Ente Parco ha emesso il prescritto parere di competenza.
L’opera verrebbe finanziata con 300.000 euro erogati dalla Regione Abruzzo, nell’ambito del collettore turistico dei Fondi FAS della Valle Peligna.
E’ incredibile, e inaccettabile in un’ area protetta, che l’Ente Parco possa autorizzare un progetto di tal genere! Risulta invece purtroppo che non solo l’Ente lo abbia approvato ma che il Parco ne sarebbe addirittura “stazione appaltante”. Inoltre l’autorizzazione risulta essere firmata dal Presidente del Parco, quando invece autorizzazioni di questo genere non sono di competenza dell’organo politico del Parco ma di quello tecnico, il che significa del Direttore. Ci chiediamo per quale motivo ci sia stato questo scavalcamento.
Tutta l’operazione appare essere quindi in aperto contrasto sia con la normativa comunitaria in merito alla gestione delle aree della Rete Natura 2000 che con quella riguardante il danno ambientale.
Chiediamo che l’Ente Parco ritiri in autotutela l’autorizzazione rilasciata, che venga redatto ed attuato in comune di Pacentro un altro progetto non impattante e compatibile con i vincoli esistenti e che le autorità competenti intervengano prontamente e decisamente allo scopo di scongiurare la realizzazione di un’opera tanto dannosa per il Parco Nazionale della Majella’, si afferma in conclusione della nota.