Protesta L’Aquila, l’informazione che non c’è

protesta_laquila2L’Aquila. “L’Aquila, il giorno della rabbia” (Repubblica), “La rivolta della città” (Il Fatto), “Ora tremate voi” (L’Unità), “Non crollano” (Il Manifesto), “Ridateci la nostra città” (Avvenire). Sono solo alcuni titoli dei quotidiani in edicola oggi, che riprendono la protesta aquilana.

In tanti sono scesi in piazza ieri, diecimila secondo la questura, ventimila per gli organizzatori. Ma alla fine conta il risultato, che va al di là di ogni numero.

Il lungo serpentone nero verde ha attraversato la città, spingendosi fino al casello autostradale A24, nel segno dell’unità e del desiderio comune di riappropriarsi di una città seppellita dalle macerie, dalle promesse, da un futuro incerto, da una economia paralizzata e dalle belle parole.

“Una manifestazione di popolo” come è stata definita sul blog aquilano Stazionemir, “un bel messaggio per l’Italia, che si informa in tv”. Già, l’informazione televisiva appunto.

Ieri sera solo Tg3, TgLa7, Tg5 e Sky Tg24 hanno raccontato la “carica dei ventimila”, oltre naturalmente a televisioni e quotidiani locali. Tuttavia, la rivolta degli aquilani contro le tasse da pagare, il rispetto dei diritti, la richiesta di un lavoro, non deve essere stata una notizia degna di essere raccontata secondo due dei più importanti Tg nazionali, quelli del servizio pubblico.

Tg1 e Tg2 hanno oscurato la notizia” è il commento che si legge sul sito 6aprile2009 “Tg pubblici, pagati con le tasse dei contribuenti. Ieri abbiamo dimostrato che possiamo essere uniti occupando anche l’autostrada. Oggi occupiamo le autostrade digitali. Chiamo con forza un’informazione corretta. Per L’Aquila e per l’Italia intera”.

A questo proposito, i consiglieri comunali dell’Aquila Fabio Ranieri (Pd), Giuseppe Bernardi (Sinistra per L’Aquila) e Pasquale Corriere (Udeur), hanno chiesto la convocazione di un consiglio straordinario per discutere un unico punto all’ordine del giorno: il blocco del canone Rai.

La protesta aquilana non si ferma al 16 giugno 2010. Anzi, riparte da questa data.

Gli aquilani, d’altra parte, sanno che solo insieme possono farcela. Senza divisioni. “Per ora non abbiamo mollato ancora l’osso” si legge ancora sul blog Stazionemir. Hanno “ventimila buone ragioni” per andare avanti con la protesta.

Marina Serra

 

 

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