L’Aquila. Un difetto di notifica ha determinato il rinvio al 17 giugno prossimo dell’udienza preliminare relativa all’inchiesta per il crollo del Convitto Nazionale dell’Aquila, causato dal terremoto del 6 aprile scorso, nel quale morirono tre minorenni ed uno rimase ferito.
Il processo vede imputati, con l’accusa di omicidio colposo e lesioni, il preside Livio Bearzi ed il dirigente della Provincia dell’Aquila Vincenzo Mazzotta.
Il giudice Marco Billi dovrà esaminare in Cassazione l’istanza di trasferimento degli atti del processo al tribunale di Campobasso. Secondo l’avvocato della difesa Paolo Enrico Guidobali, infatti, ci sarebbero buone ragioni per trasferire il processo dato che a L’Aquila “non ci sarebbe un clima sereno”.
“E’ doloroso entrare in un’aula di tribunale a chiedere giustizia, ma devo portare avanti questa battaglia fino alla fine per la memoria di mio figlio”. E’ il commento di Lucia Catarinacci, madre di Luigi Cellini, il giovane morto lo scorso 6 aprile 2010, nel crollo del convitto nazionale, fuori dall’aula del Gup. “Gli imputati non erano presenti ma chi non ha nulla da temere doveva stare qui. Non sono d’accordo sulla richiesta di rimessione del processo perchè sia i giudici dell’Aquila sia quelli di Campobasso sono all’altezza”.