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L’Aquila, il tendone della discordia

L’Aquila. Riprendiamoci la città: la scritta campeggia in alto, nera su sfondo bianco. Su quel tendone che è stato il punto di ritrovo, l’incontro, il luogo dove poter discutere, ascoltare musica, vedere film. Proprio come è successo per l’anteprima di Draquila: e poco ha importato che i gestori della Multisala Movieplex si siano un po’ risentiti del fatto che l’anteprima della Guzzanti non sia andata nelle loro sale.

Perché il tendone ha sostituito da questo inverno le strutture che erano a Via Strinella, in quel Parco Unicef che ha riunito da subito e in modo concreto i giovani, le associazioni, chiunque volesse sapere e far sapere di più sull’Aquila nel suo I anno d.T. E ora quel tendone potrebbe sparire: a dichiararlo, il consigliere comunale Enrico Verini che, in occasione dell’iniziativa pro Bertolaso di pochi giorni fa, ha affermato di voler far togliere il tendone installato a Piazza Duomo. Da quel momento, sono tante le risposte all’iniziativa di Verini, che si stanno rincorrendo sulla rete. Su tutte, quella della Professoressa Giusi Pitari. “Per mesi siamo stati esclusi da qualsiasi decisione e questo ci ha gettato nella più profonda disperazione: non è possibile vivere in una città distrutta e non sapere neanche che progetto si abbia per la ricostruzione. Badate bene, non solo dei palazzi, ma anche dell´economia. L´Aquila è vuota, le persone non ci sono e qualcuno non può neanche sperare di rientrare se non ha almeno un segno di ripresa economica (o una casa -ad affermarlo è – in molti non ce l´hanno e non l´avranno). E allora sai che c´è: smontiamo il tendone! Tranquilli, noi non molleremo: andiamo verso la bella stagione, basta un prato per incontrarsi.”

La risposta di Verini. E’ lo stesso consigliere a rispondere alle proteste.

“Il tendone in questione è di un privato (Zaffiri), in un luogo pubblico(Piazza Duomo), utilizzato (vuoi o non vuoi è così) da una parte ( La sinistra), inoltre è bruttissimo e costituisce un futuro ingombro, in considerazione dei lavori che, speriamo tutti, prima o poi dovranno pur partire.. Detto questo, si può spostare il tendone senza occupare un luogo che deve restare di tutta la città e non solo di una parte di essa, facendo tornare la Piazza un posto dove incontrarsi, vista la bella stagione, magari senza sentirsi ospiti di nessuno. Riguardo le discussioni ora ospitate nel tendone, non solo non mi fanno paura e non le avverso, ma anzi auspico che ce ne siano sempre di più, in un coinvolgimento, quanto più grande possibile, della popolazione che deve esser parte attiva nel processo di ricostruzione. La mia disponibilità a ogni confronto,per quanto porto idee mie che non nascondo mai, è sempre stata riconosciuta anche da chi la pensa diversamente da me; voglio spostare il tendone, in conclusione, non di certo evitare il confronto.”

Sarà veramente così?