L’Aquila. La Cooperativa Verdeaqua Nuovi Orizzonti dell’Aquila denuncia la “grave crisi in cui versano i servizi sociali nel territorio della Comunità Montana Montagna di L’Aquila a causa dei notevoli ritardi nel pagamento delle fatture e l’inadeguatezza delle tariffe orarie di lavoro, non più remunerative neppure per il solo costo del lavoro degli operatori, a seguito delle reiterate proroghe dopo l’iniziale scadenza contrattuale (aprile 2013)”.
I servizi erogati dalla Cooperativa Verdeaqua sono quelli relativi all’assistenza domiciliare anziani, disabili e minori a rischio, assistenza scolastica disabili, Centro diurno per anziani e disabili, punto ascolto per le famiglie.
I comuni destinatari dei servizi sono 16 e precisamente: Ofena, Prata d’Ansidonia, Barisciano, S.Benedetto in Perillis, Caporciano, Navelli, Capestrano, Collepietro, S.Stefano di Sessanio, Calascio, Villa S.Lucia, Castel del Monte, S.Pio delle Camere, Castelvecchio Calvisio, Poggio Picenze, Ofena, mentre le persone assistite ad oggi sono complessivamente 123.
Facile, dunque, comprendere – osserva la Cooperativa contattata dall’Agi – quanto sia importante oltre che dal punto di vista occupazionale anche sociale poter continuare ad erogare questi servizi cercando, però, di conciliare la loro puntuale erogazione con una altrettanto giusta e puntuale retribuzione degli operatori.
Pur se con grosse difficoltà e ben consapevole che l’accettazione di proroghe avrebbe portato a problematiche di carattere finanziario, la Cooperativa in questi ultimi 2 anni si è fatta carico di ciò. A gennaio 2015, a fronte dell’ennesima proroga dei servizi, Verdeaqua ha avanzato una specifica richiesta di adeguamento tariffario (ex-art. 115 del dlgs. 163), non trovando a tutt’oggi accoglimento da parte dell’attuale Commissario dell’Ente Comunità Montana e continuando a subire il mancato pagamento delle fatture per i servizi resi dal mese di marzo a tutt’oggi per un importo che supera i 250 mila euro.
Le giustificazioni addotte in risposta ai vari solleciti sono state quelle di mancata erogazione dei fondi da parte della Regione e dei Comuni, significando con ciò che dei costi dei servizi sociali devono farsi carico le Cooperative affidatarie e nel caso di specie la Cooperativa Verdeaqua.
Il sodalizio in passato e sino ai primi mesi di quest’anno, ha sempre pagato le retribuzioni ai propri dipendenti pur in presenza dei cronici ritardi dell’Ente committente, facendo ricorso all’anticipazione delle fatture incidendo, però, pesantemente sugli equilibri di bilancio. Infatti, nel decorso anno la Cooperativa per tali servizi con la Comunità Montana ha subito una perdita che si è attestata intorno ai 120.000 euro, causata proprio dalla non remuneratività tariffaria e dall’incidenza degli interessi sulle anticipazioni bancarie delle fatture.
Il tutto è verificabile dall’esame del bilancio consuntivo depositato alla Camera di Commercio. La condizione per la prosecuzione dei servizi sociale – osserva Verdeaqua – non può che essere nel rispetto degli impegni contrattuali, prima fra tutti l’imprescindibilità dell’osservanza del Contratto Collettivo di Lavoro degli operatori (come d’altronde viene richiesto con la sottoscrizione del Capitolato d’oneri in sede di gara d’appalto) e del tempestivo pagamento delle fatture per i servizi resi.
Oggi la Cooperativa, privilegiando il puntuale pagamento mensile degli oneri previdenziali ed assistenziali, e’ ferma a quello delle retribuzioni dal mese di luglio, non riuscendo più ad ottenere ulteriori anticipazioni fatture, stante la presenza di quelle già anticipate, ma scadute, per le quali non e’ rientrato il pagamento dell’Ente Committente.
Per questa serie di motivazioni Verdeaqua si appella alle Istituzioni competenti (Regione, Comuni del territorio interessato, prefetto) alle forze politiche e sindacali, all’Organizzazione regionale di categoria (Alleanza Cooperative Italiane) perchè si ristabilisca la certezza dell’erogazione dei servizi sociali in territori montani già fortemente penalizzati da un cronico isolamento, oggi ancor più acuito da un crescente spopolamento, che solo la presenza di servizi, come avviene in alcuni Comuni lungimiranti, può frenare.
Questo appello – commenta infine la Cooperativa – non e’ disgiunto da quello di tenere presente la salvaguardia della giusta e corretta retribuzione che scaturisce dall’applicazione del Ccnl ai lavoratori impegnati in questi servizi tanto delicati e in territori disagiati che la vigente tariffa oraria non consente (15 euro l’ora), come pure quella posta a base del recentissimo cottimo fiduciario a cui in questi giorni si sta facendo ricorso per far fronte alla scadenza della ulteriore proroga concessa dalla Verdeaqua (21 settembre) che e’ al di sotto di quelle previste dal Contratto Collettivo Nazionale dei soci e dipendenti delle Cooperative Sociali.