L’Aquila, guerra di numeri tra L’Espresso e Protezione Civile sugli sfollati d’Abruzzo

terremoto_caseL’Aquila. “Altro che 10mila, sono 48mila gli sfollati d’Abruzzo”. Sul sito de L’Espresso di torna a parlare di post terremoto. Ed è tuta una guerra di cifre tra l’inchiesta del settimanale e i numeri forniti dalla Protezione Civile.

”La fonte dell’incomprensibile scoop del settimanale” si legge in una nota diffusa dal Dipartimento “è il bollettino della struttura del Commissario delegato per la ricostruzione e Presidente della Regione Abruzzo, che sintetizza le diverse sistemazioni della popolazione colpita dal terremoto. E’ davvero singolare che i pur bravi giornalisti dell’Espresso non abbiano dato la corretta lettura del documento, prendendo per buona solo l’ultima riga che parla di 48.545 persone assistite e alloggiate”.

Le cifre si commentano da sole” si legge ancora sul sito “e spiegano anche quanto bene hanno fatto all’Aquila a non concedere la cittadinanza onoraria al sottosegretario Guido Bertolaso, capo della Protezione civile. Proprio lui, il Grande Guido, è stato infatti più volte indicato da Berlusconi come l’autore del miracolo abruzzese”.

“Eppure” controbattono dalla Protezione Civile “l’elenco è chiaro: oltre 25mila persone vivono in appartamenti il cui affitto è a totale carico dello Stato, 15mila circa negli appartamenti del progetto C.A.S.E., oltre 6mila nelle villette di legno realizzate nelle frazioni dell’Aquila e nei comuni del cratere, 700 circa negli alloggi che hanno ospitato le delegazioni del G8 e infine 4mila negli alberghi, la gran parte delle quali in attesa di veder riparate le proprie abitazioni lievemente danneggiate dal terremoto. L’articolo pubblicato dal sito dell’Espresso, con tono indignato, chiede poi che qualcuno risponda di cotanta inefficienza; forse sarebbe più utile leggere i numeri ed evitare strumentalizzazioni, per raccontare da giornalisti la realtà dei fatti senza inutili e ingiustificati moralismi sui presunti senza tetto che hanno addirittura meritato l’esclusiva del settimanale. Avevamo comunque già chiesto alla struttura del Commissario Chiodi di essere ancor più chiara nella redazione dei propri bollettini, così da non indurre nessuno in spiacevoli errori o gratuite speculazioni”.

La guerra dei numeri è appena cominciata.

Marina Serra

 

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