A farne le spese, soprattutto i pendolari al rientro, la sera, da Roma, dato che sembra che una delle due corse che l’Arpa ha promesso di sopprimere sarà proprio quella delle ore 19, cruciale per il rientro a casa dei lavoratori e degli studenti peligni.
L‘allarme è stato rilanciato da Francesco Di Nisio, presidente della Federcopa, la federazione dei pendolari del Centro Abruzzo: “un trasporto da Terzo Mondo quello nella Valle Peligna”. Ma questa volta non si può tollerare con l’indifferenza quello che sembra un ulteriore scippo e una ulteriore dequalificazione della Valle Peligna.
“Abbiamo consegnato una petizione con oltre 2300 firme”, ha affermato Di Nisio, “ma per ora non abbiamo ricevuto nessuna risposta. All’assessore regionale Morra chiediamo di smentire immediatamente queste voci. L’Arpa non può colpire sempre e soltanto Sulmona e la Valle Peligna. Gli utenti del Centro Abruzzo già sopportano disservizi indescrivibili e ingiustificabili per un servizio pubblico pagato con le tasse dei sulmonesi, un altro taglio sarebbe davvero insopportabile”.
E a guardare l’asse dei trasporti che collegano la Valle Peligna verso Ovest, di certo si nota una difficoltà sempre crescente nell’utilizzo da parte degli utenti dei mezzi pubblici. Ad oggi sono 6 le corse su gomma che nei giorni feriali raggiungono Roma e viceversa: solo due nei festivi. E su ferro, la tratta che collega Roma a Pescara e che passa per Sulmona è per lunghi tratti abbandonata a se stessa. Risale alla metà dello scorso marzo la frana che, staccatasi da un costone di roccia nei pressi di Arsoli, ha bloccato i collegamenti su ferro per oltre una settimana verso la Valle Peligna, con autobus sostitutivi dei quali però non c’era una programmazione precisa di orari e luoghi di partenza. E se si calcola che sono state potenziate notevolmente le corse dell’Arpa tra Avezzano e Roma, si comprende come la Valle Peligna rimanga sempre più isolata.
“Chiuse le urne e terminate le campagne elettorali, per Sulmona e il suo comprensorio arrivano le prime bastonate”: ha concluso Di Nisio.