L’Aquila. I tecnici comunali volevano costringerli a lasciare l’appartamento antisismico per farli rientrare nella loro casa, sita nel quartiere Banca d’Italia. Ma loro, gli inquilini, non hanno voluto sentire ragioni: la loro casa non è assolutamente sicura e il quartiere è a dir poco invivibile, essendo circondato da macerie ed edifici pericolanti classificati E ed F.
Questa mattina si è assistito a “scene da dopoguerra” come scrive Corrado sul sito 6aprile2009.it, “che solo un po’ di buonsenso sarebbe valso ad evitare. Ma il buonsenso a L’Aquila ha perso il domicilio: è terremotato anche lui. E c’è chi prova a giocare con il disagio delle persone”.
I tecnici del Comune sono arrivati nella new town accompagnati dalle forze dell’ordine e, probabilmente, solo per evitare la rivolta popolare, hanno preferito rinunciare al trasferimento forzato (sulla questione c’è già una denuncia firmata da 12 famiglie che la stessa Procura sta valutando).
Di questo caso si occupa l’avvocato Antonio Valentini, il quale ha subito presentato ricorso al Tar che, a sua volta, ha deliberato la sospensiva.
Se ne discuterà nuovamente il 28 aprile prossimo, quando anche la Procurà si esprimerà sulla denuncia penale pervenuta.
“Ho visitato ieri il quartiere” ha detto Valentini “nessuno può onestamente accettare di andare ad abitare in una zona in quelle condizioni”.
Marina Serra