L’Aquila. “Le notizie diffuse dalla stampa locale dipingono un quadro preoccupante della situazione post-terremoto. Si tratta di una questione che rivestirà un’importanza fondamentale anche nei prossimi anni, considerati i risvolti sociali ed economici che comporta”.
A parlare è Gianfranco Di Cesare, responsabile dell’Ufficio Sisma che, in una nota, snocciola i dati relativi alle richieste di contributo pervenute.
“Nella sede dell’ufficio sisma” dice “ sono giunte circa 350 domande di richiesta di contributo con relativi progetti (molte altre sono attese per gli esiti A ed E). Di queste, una settantina sono state positivamente avviate dall’Ufficio ed il sindaco ha emesso i conseguenti provvedimenti di assegnazione del contributo (anche se le somme non sono state ancora assegnate al Comune e quindi non sono state materialmente erogate, se non in piccola parte). Per 220 pratiche, incomplete, sono state richieste le necessarie integrazioni e l’Ufficio è in attesa che il Commissario delegato emani le più volte sollecitate direttive per centri storici dei comuni al di fuori del cratere. In particolare per tutte le pratiche che riguardano gli immobili vincolati è stata richiesta l’autorizzazione della Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici. E’ evidente che l’Ufficio Sisma non può prescindere dalla tutela del vincolo architettonico. Non sarebbe male però che la stampa fosse più sollecita alla importanza che riveste la scelta degli interventi sul centro storico, reale vanto della nostra città, e sugli edifici di pregio in particolare e, un pò meno verso chi alle necessarie autorizzazioni ricerca strade alternative in nome della celerità (e magari produce diffide). E’ il caso di sottolineare, nell’interesse della verità e della completezza dell’informazione, che sarebbe sempre auspicabile che le notizie fossero prese e controllate alla fonte. Ovviamente l’ufficio è ben contento di offrire a tutti i cittadini ed alla stampa le informazioni relative alle pratiche pervenute e alla situazione normativa così come definita dalle ordinanze che si sono succedute”.
