L’Aquila. Una città illuminata a giorno e un centro storico traboccante di gente come non lo si vedeva almeno da 6 anni, da prima del terremoto del 6 aprile 2009, hanno fatto da cornice alla notte bianca, verde e rossa, dell’Adunata nazionale degli alpini.
Un punto di ritrovo per i 300 mila alpini arrivati all’Aquila, che hanno invaso il centro storico anche con mezzi di locomozione (trattori, carri, motocicli d’epoca etc) addobbati ad hoc tra bandiere e botti, e bottiglie di vino, che hanno sfilato ovunque.
Locali aperti, con un fronte della movida che è stato gigantesco, soprattutto in centro storico dove innumerevoli sono i palazzi e chiese ancora puntellati: da piazza Duomo, al corso, ai Quattro cantoni, crocevia di due fiumane di persone, a San Bernardino, Santa Maria Paganica.
In giro giovani e giovanissimi, persone di mezza età, mamme con i passeggini. Moltissimi hanno alzato da tradizione il gomito, qualcuno ha esagerato ed ha dovuto fare ricorso alle cure dei medici del Pronto soccorso.
Oltre 2.000 persone hanno assistito nella Basilica di San Bernardino, gremita fino all’inverosimile, alla messa celebrata dall’Ordinario Militare per l’Italia, Santo Marcianò, nella seconda giornata dell’88/a Adunata Nazionale degli Alpini all’Aquila. Davanti all’edificio sacro, riaperto il 2 maggio scorso dopo il sisma del 2009, migliaia di persone hanno seguito la santa messa davanti a un maxischermo.
A concelebrare la messa, insieme all’Arcivescovo Giuseppe Petrocchi, monsignor Bruno Fasani, direttore de L’Alpino, rivista ufficiale dell’Associazione Nazionale Alpini (Ana). “Siamo debitori verso le nuove generazioni di segnali di grande speranza – ha detto Fasani prima dell’inizio della messa -. Credo che San Bernardino e tutto quello che si è messo in moto con questa Adunata sia un grande messaggio. Se noi siamo stati capaci subito dopo il terremoto di mettere in piedi questi segnali di speranza è un modo per dire alle giovani generazioni ‘non pensate di andarvene da qui, rimanete e costruite qui il vostro futuro perché non solo dalle vostre mani, ma anche da quelle di chi vi vuole bene c’è la possibilità che questa terra torni a rifiorire'”.
SALUTO RIVOLTO DALL’ARCIVESCOVO PETROCCCHI, DURANTE LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA IN OCCASIONE DELLA ADUNATA NAZIONALE DEGLI ALPINI
Carissimi Alpini, la Chiesa e la Città dell’Aquila vi salutano con affetto e commozione. Si sente che c‘è aria di festa: si respira per le strade e si coglie sul volto della gente.
Voi date e attirate “simpatia”. Nel senso etimologico della parola (sun-pathos), che esprime la capacità di sintonizzarsi sulla “frequenza d’anima” degli altri. Voi sapete soffrire con chi soffre: e in questo modo il dolore è con-diviso; e conoscete l’arte di esultare con chi è lieto: così la gioia è moltiplicata. Avete la forza trascinante dell’allegria e della spontaneità coinvolgente, ma anche la tenacia della partecipazione e dell’impegno. Testimoniate – nei fatti e non solo a parole – l’altruismo sincero e la generosità competente. Siete abituati ad affrontare situazioni difficili e a muovervi, con successo, in ambienti ostili.
L’Aquila non dimenticherà mai l’aiuto che avete portato nei giorni drammatici della emergenza “post-sisma” e vi abbraccia con gratitudine. A pieno titolo voi fate parte della grande famiglia degli Aquilani, come gli Aquilani sanno di appartenere alla grande famiglia degli Alpini.
L’amicizia vera è quella firmata dalla solidarietà, dalla prontezza al reciproco aiuto e dalla determinazione a risalire, insieme, la china degli eventi tristi e luttuosi. Perciò, quella che è stata siglata con voi, carissimi Alpini, è una amicizia profonda, è amicizia motivata, e soprattutto è una amicizia per sempre. Sentitevi, dunque, non ospiti, ma figli di questa terra: perciò, fratelli di quelli che la abitano.
Giuseppe Petrocchi
Arcivescovo
Il secondo giorno di Adunata è stato aperto dall’incontro con gli alpini all’estero, avvenuto nel teatro Ridotto de L’Aquila. Il Presidente dell’Ana Sebastiano Favero ha salutato le rappresentanze degli alpini che vivono all’estero, molti dei quali emigrati tanti anni fa anche dall’Abruzzo. Ricordiamo che l’Ana conta 30 Sezioni in cinque Continenti.
All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio, il comandante delle Truppe Alpine gen. D. Federico Bonato, il responsabile delle Sezioni all’estero dell’Associazione Ferruccio Minelli.
Presenti in platea anche la medaglia d’oro al Valor Civile Francesco Giannini e quella al Valor Militare Andrea Adorno e i rappresentanti di Francia, Germania, Spagna e Slovenia della Federazione Internazionale dei Soldati di Montagna, della quale l’Ana fa parte.
Un saluto agli alpini è stato portato dai marinai e dal capitano di fregata Marcello Grivelli comandante della “Nave Alpino”, realizzata nei cantieri di Riva Trigoso (Genova) e varata pochi mesi fa.
ne commovente: sono forti, tra la nostra popolazione, i sentimenti di apprezzamento e di riconoscenza nei vostri confronti. Vi consideriamo di casa: perciò, sentitevi in famiglia tra di noi.
In serata all’auditorium Renzo Piano c’è stato l’incontro tra il sindaco, le autorità e i vertici dell’Associazione, durante il quale è stato letto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:
IL TRADIZIONALE E FESTOSO INCONTRO TRA GLI ALPINI E LA CITTADINANZA, CHE SI CELEBRA CON L’88^ ADUNATA NAZIONALE A L’AQUILA, COSTITUISCE OCCASIONE PER CELEBRARE L’AFFETTO E LA CONSIDERAZIONE DI CUI MERITATAMENTE GODONO LE PENNE NERE, E PER CEMENTARE IL FORTE SENSO DI APPARTENENZA AL CORPO DI QUANTI HANNO SERVITO E SERVONO CON ONORE IL NOSTRO PAESE.
Di seguito il programma completo di domenica 17 maggio:
a seguire Ammainabandiera Piazza d’armi (parco)