L’Aquila, nuova manifestazione. La città si libera da sola con pala e carriola

lavori_in_corsoL’Aquila. Il capoluogo d’Abruzzo non smette di gridare. Dopo le manifestazioni che hanno invaso il centro storico nelle scorse settimane per protestare contro la mancata ricostruzione e le affermazioni di alcuni imprenditori, domenica gli aquilani tornano in piazza Palazzo per iniziare da soli la rimozione delle macerie. Già il motto la dice tutta: “Che tè da fà domenica? Domenica se fà la ricostruziò!!!”.

La città, dunque, si libera da sola, continuando quella che da molti è già stata definita “la resistenza aquilana”. Niente di preoccupante, però, rassicurano i cittadini del capoluogo. I manifestanti, infatti, promettono di non gettare le macerie in discarica, ma, più semplicemente, nelle carriole che ognuno dovrebbe portare con sé e che finiranno nei cassonetti o davanti alla Regione.

“Noi siamo gente tosta, come tanti altri” si legge nel blog di Federico D’Orazio, uno degli studenti aquilani a capo delle proteste. “E come altri abbiamo anche tanti “meno lucidi” tra noi. Lavoriamo per loro e per tutti quelli che da qui potranno avere uno spunto per ripartire. Il fermento che inizia ad esserci in città è bellissimo. Qui le generazioni si stanno parlando per davvero. Ed è entusiasmante farlo con un obiettivo comune. Io sono orgoglioso di essere parte del “nucleo” che sta dando il via a tutto. Dopo mesi di discussioni, chiacchierate ed sms, abbiamo fatto notizia col gesto meno ragionato e più sentito tra tutti. Riprenderci L’Aquila”.

L’obiettivo degli aquilani è, dunque, quello di mettersi a lavoro da soli per il bene della loro città. In ballo, però, anche la tutela delle opere d’arte da ricostruire e da tamponare. Contrari a quanto recentemente dichiarato dal direttore di Libero, Maurizio Belpietro, i manifestanti, infatti, sostengono che, per quanto danneggiato, sia impossibile radere al suolo il centro storico de L’Aquila. “Dimentica, Belpietro” tuona, infatti, D’Orazio, “che non abbiamo stalle in centro. Ma piazz, e case del ‘300,’400 e così via. Chiese che la sua ignoranza non annovera tra le sue (evidentemente scarse) conoscenze personali in merito ad arte ed architettura, quantomeno aquilana”.

In merito alla manifestazione in programma la prossima domenica, i manifestanti chiedono che la politica ne rimanga fuori. Nessuna autorità, dunque, in piazza Palazzo pronta con una pala a togliere di mezzo le macerie. E questo perché, come sottolineano gli stessi aquilani, “loro sono nelle stanze dei bottoni, possono fare altri gesti concreti e più utili a tutti. Nel fango abbiamo deciso di stare noi, perché per questo abbiamo la competenza: bastano delle braccia robuste. Gli amministratori locali ne stiano fuori per ora. Cerchino le telecamere quando avranno ottenuto leggi, regolamenti e, soprattutto, finanziamenti che ci aiutino a liberare la città e a ricostruirla davvero”.

Tania Di Simone


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