Il monito di Gianni Chiodi: “Il terremoto non diventi occasione di scontro politico”

gianni-chiodiL’Aquila.Il terremoto dell’Aquila non deve essere occasione di scontro politico in vista delle prossime elezioni”.

E’ l’appello che Gianni Chiodi, presidente della Regione e Commissario delegato per la Ricostruzione, ha rivolto direttamente al mondo politico nazionale nel corso della conferenza stampa svoltasi questa mattina nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito.

“Questa confusione impedisce un sereno confronto ed alimenta il pessimismo e la sfiducia nel futuro. Le cronache nazionali parlano dell’Aquila come di una città senza speranza, con le istituzioni compromesse e la criminalità organizzata alle porte. In tal senso, spero che la Magistratura faccia il suo corso e punisca i responsabili. Per quanto mi riguarda, sarò inflessibile con chiunque darà semplicemente adito a comportamenti non profondamente rispettosi. Sia esso il mio più stretto collaboratore, siano esse persone che ricoprono ruoli importanti nelle istituzioni”.

Gianni Chiodi si fa poi promotore della politica del fare e del proporre, a discapito di quella del distruggere e del polemizzare.

Vorrei che si fermasse la faziosa retorica dell’apocalisse. Tanti cittadini stanno lavorando silenziosamente e sono loro i veri artefici della ricostruzione. E non basta invocare la fiducia, bisogna costruirla giorno dopo giorno. Non si può scommettere sul futuro senza ottimismo e senza fare squadra”.

Il riferimento è naturalmente alle polemiche degli ultimi giorni sulla gestione della fase post-emergenziale e della ricostruzione.

E, dopo la manifestazione di ieri, che ha visto scendere in piazza centinaia di aquilani, il governatore invita i politici nazionali ad abbassare i toni.

“In questo momento” ha detto “abbiamo bisogno di lavorare con serenità. La ricostruzione dell’Aquila è un compito improbo per chiunque, una delle condizioni per andare avanti è quella di essere uniti e alimentare la speranza giorno per giorno, sapendo che ciascuno di noi sta facendo il massimo. Per questo, tocca alle istituzioni evitare di passare messaggi che non sono reali, la ricostruzione non può partire in tempi brevi, affermare il contrario significa danneggiare le persone, creare un clima di sfiducia e peggiorare la situazione”.

Tornando, dunque, alla ricostruzione ed alle strategie che si intende portare avanti, Chiodi ha comunicato di aver già ricevuto un’anticipazione della lettera inviata dal ministero per lo Sviluppo Economico, che gli attribuisce la funzione di richiedere i fondi al Cipe per la zona franca urbana.

“Darò il via libera affinché questi 45 milioni di euro previsti vengano stanziati per la ricostruzione e questo permetterà alla nostra economia di respirare”.

E in programma, vi sono anche altre iniziative, che andranno a favore del commercio.

“Abbiamo quantificato in 44 milioni di euro le domande di indennizzo dalle attività commerciali per riparare i danni che sono stati conseguenti al sisma. Inoltre 35 milioni di euro in più sono stati poi messi a disposizione dalla Regione Abruzzo. A questo scopo abbiamo elaborato un bando e ci sarà tempo fino al 15 marzo”.

La prossima settimana verranno elaborate le linee guida per la ricostruzione dei centri storici, mentre la ricostruzione privata procede purtroppo a rilento, con 4000 contributi erogati in via definitiva per le B e le C e pochi cantieri aperti.

Un altro grande problema è quello delle macerie, per risolvere il quale Chiodi ha annunciato di voler coinvolgere il ministero dell’Ambiente al fine di elaborare una normativa straordinaria sulle macerie al fine di ridurne i tempi di rimozione.

Stiamo parlando di 4 milioni di tonnellate da smaltire, legate ad una legislazione altamente rigorosa e cavillosa.

“Né io né Bertolaso abbiamo proceduto allo spostamento delle macerie, perché tutte le deroghe possibili nulla potevano contro la legislazione europea, così restrittiva che è facilissimo incorrere in rischi giuridici. Questa situazione è inaccettabile. Bisogna agire con tempestività ma senza lasciare soli i Comuni. Per questo questa mattina ho contattato il Ministero e l’ho invitato a partecipare ai nostri Tavoli”.

Chiodi, infine, ha preferito non rispondere alle dichiarazioni rilasciate dal segretario regionale del Pd Silvio Paolucci, e dal consigliere regionale Maurizio Acerbo (Prc) che lo avevano accusato di “mettere le mani avanti sui temi della ricostruzione”.

“Sto lavorando nelle vesti di commissario e non solo di presidente della Regione” ha concluso il governatore “le loro sono valutazioni politiche a cui non posso rispondere in questa veste”.

La replica di D’Alessandro (IdV). “Chiodi arriva sempre in ritardo”. E’ questo il commento di Cesare D’Alessandro, vice capogruppo IdV alla Regione, alle dichiarazioni del Presidente della Regione, Gianni Chiodi, rilasciate nella conferenza stampa sulla ricostruzione che si è tenuta questa mattina nei locali della Caserma di Coppito a L’Aquila.
“Adesso Chiodi chiede a tutti noi di stare zitti”, ha dichiarato Cesare D’Alessandro, “di non dire nulla sulla gestione del terremoto mettendo avanti la politica del buonsenso. Peccato che non abbia detto una parola – nei mesi scorsi –  sulle infinite passerelle del premier, che ha utilizzato L’Aquila solo per fini mediatici e di spot elettorali e che adesso sembra voler scaricare tutte le colpe di una ricostruzione che non è mai cominciata sugli amministratori locali”.
“Ha elencato promesse e numeri” ha continuato il vice capogruppo IdV, “continuando a seguire la scellerata politica degli annunci e del “tutto va bene”; una politica a cui gli aquilani, però, non credono più. E lo dimostrano le continue manifestazioni di protesta nella zone rossa”.
“n realtà Chiodi può fare qualcosa per gli aquilani, lasciando stare le sterili polemiche e le raccomandazioni di buon senso  che di certo non possono arrivare da esponenti del Pdl”, ha sottolineato D’Alessandro, “Se ha intenzione davvero di assolvere ai suoi doveri di commissario delegato,non deve solo indire conferenze stampa, ma deve ascoltare e ricevere i Sindaci del cratere, deve tornare a confrontarsi con il Consiglio Regionale, interrogandosi anche sul perché  la sua maggioranza non ha voluto neppure la Commissione di Inchiesta proposta da Italia dei Valori per rendere gli atti finora assunti trasparenti e a conoscenza di tutti e soprattutto sottoponibili ad una valutazione di merito da parte del Consiglio Regionale”.
“Noi non cadiamo nella trappola”, ha concluso Cesare D’Alessandro, “e siamo consapevoli che le verità non diventano menzogne solo perché si entra in campagna elettorale. La verità di oggi è quella che abbiamo sempre denunciato: il miracolo  L’Aquila, annunciato più volte da Berlusconi, non c’è mai stato. E’ da questa verità che il commissario delegato, Gianni Chiodi, deve ripartire”.

Marina Serra


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