Erano circa 300 quelli che oggi hanno forzato il blocco dell’esercito nella zona rossa. I poliziotti non sono riusciti a contenere la folla e li hanno lasciati passare, controllandoli mentre marciavano verso piazza Palazzo, sotto la sede del Comune.
Molti sono saliti sulle macerie con in mano cartelloni che ricordano che quelle stesse persone, alle 3,32 del 6 aprile, non ridevano affatto.
Il presidio non sarebbe terminato. I cittadini stanno, infatti, protestando anche contro i lavori di ricostruzione che, a dieci mesi di distanza dal crollo del centro storico, non sarebbero ancora realmente iniziati. Non a caso, chi è andato via ha portato con sé una pietra, una tegola, una qualsiasi maceria presente in piazza, come a dire che a sgomberare la zona rossa saranno proprio gli aquilani.
La protesta non sembra essere destinata a concludersi oggi. Mercoledì 17 febbraio è, infatti, previsto un presidio in piazza Montecitorio, mentre la camera dei deputati si riunirà per discutere sulla legge di privatizzazione della Protezione Civile.
L’argomento tocca nel profondo una grande fetta degli abruzzesi, che sono convinti delle conseguenze negative che porterebbero addirittura ad una snaturalizzazione dell’ente.
Un mix esplosivo, insomma, quello che spinge la protesta degli aquilani. Ad esso si aggiunge anche una recente affermazione che sarebbe stata pronunciata proprio da Guido Bertolaso. Secondo alcune fonti, infatti, proprio il capo della Protezione Civile avrebbe affermato che la Spa doveva servire a “ stare tranquilli” e ad “affidarle i lavori che oggi siamo costretti a dare all’esterno”, oltre a “regolarizzare” chi ha lavorato nel dipartimento.
L’Aquila chiede, dunque, certezze, trasparenza e risposte chiare per vederci meglio su quanto avviene dietro le quinte della ricostruzione delle abitazioni e della vita della popolazione aquilana. La stessa Stefania Pezzopane, presidente della Provincia de L’Aquila, ha chiesto gli elenchi delle ditte al commissario straordinario Gianni Chiodi. “Appalti, subappalti e collegate” tuona, infatti, la Pezzopane. “L’elenco lo ha Bertolaso, ma al presidente della Regione ho ricordato che ora il commissario è lui”. Ma la richiesta sarebbe rimasta inevasa.
Intanto, il Tar de L’Aquila definirà nell’arco di tre o quattro mesi ogni ricorso riguardante questioni sulla ricostruzione delle zone terremotate. Lo ha annunciato ieri il presidente del Tar Abruzzo, Cesare Mastrocola, nel corso della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario amministrativo.
Nel 2009 il Tar ha ricevuto 572 ricorsi. Ne ha definiti 631, mentre i ricorsi pendenti sono diminuiti ulteriormente rispetto all’anno precedente, confermando e consolidando un trend positivo che negli ultimi anni non ha avuto nessuna inversione di tendenza. Inotre, nel 2009 il Tar ha adottato 347 pronunzie cautelari, per un totale di 978 provvedimenti decisori.
“Sono dati degni di apprezzamento” ha commentato Mastrocola a riguardo, “che assumono il carattere della straordinarietà solo se si pensa che sono stati conseguiti in un anno particolare, in cui la tragedia che ha colpito il territorio dell’aquilano ha stravolto, purtroppo centinaia di casi in maniera irreversibile, la vita quotidiana, lavorativa, di relazioni sociali dei cittadini, con conseguenze di ordine socio-economico ancora tutte da individuare”.
Tania Di Simone