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L’Aquila, “Dice che ju terremoto”: a colloquio con gli autori del video che fa impazzire il web

L’Aquila. Sono tanti i modi di descrivere il terremoto, la ricostruzione e la “nuova” vita della popolazione aquilana. Il migliore, forse, è anche quello più genuino, fatto di cose schiette, sincere, ma anche di luoghi comuni e paure. Sì, perché il terremoto è anche frutto di veloci “voci di corridoio”, che tanto hanno contribuito in questi ultimi 10 mesi ad infondere insicurezza e dubbi fra la gente. Così, mentre vivere in tenda o in roulotte lasciava basiti di fronte alla vita, qualcuno ha scelto di ripartire proprio da qui, perché anche nelle situazioni più complicate è sempre nascosto il sorriso. Sono Franciscus e Maurom, i ragazzi aquilani autori di “Dice che”, la serie di video che sta spopolando sul web e che racconta la vita da terremotato sotto un nuovo e originale punto di vista.

Chi sono Franciscus e Maurom?

Francesco è un giornalista professionista, che collabora con alcuni quotidiani on line, con il master in giornalismo dell’Università di Teramo, oltre ad essere un videomaker freelance.  Ha realizzato diversi documentari, videoclip e cortometraggi. Mauro, invece, è uno studente di Ingegneria edile e Architettura e lavora in uno studio di ingegneria. Ha 27 anni e suona la batteria. Siamo amici da quando siamo piccoli e viviamo a 10 metri di distanza l’uno dall’altro.

Com’è nata l’idea del “Dice che”?

È nata per caso, in un momento nero circa un mese dopo il terremoto. Pioveva tutti i giorni e, per ingannare il tempo, la sera in roulotte, davanti casa, ci raccontavamo le frasi che ascoltavamo durante il giorno andando in giro per la città. Frasi, chiacchiere e luoghi comuni che iniziavano tutti con “Dice che”. In una delle tante sere di pioggia abbiamo pensato di riprenderci e così è nato il nostro primo video, “Dice che ju terremoto“. Lo abbiamo subito messo on line e i molti commenti positivi e assolutamente inaspettati ci hanno invogliato a continuare a raccontare in quel modo ironico e amaro le cose che ci accadevano intorno. La follia del nuovo linguaggio post terremoto, le supposizioni, le chiacchiere, i commenti da esperti ingegneri, geometri, sismologi. Poi è arrivato il G8 a L’Aquila e con esso la sensazione che non era bastato il terremoto a limitarci. Da qui sono nati via via gli altri video.

È stato a questo punto che un nostro amico ha creato per noi il blog e il forum. In realtà, è stato proprio questo il vero successo di tutta la nostra storia nata per caso. Il forum come un luogo dove aquilani e non possono sfogarsi, scrivendo verità, inventando situazioni grottesche ed irreali, criticando destra e sinistra. Insomma, la voce della città che c’è ancora.

Chi sono i personaggi e i luoghi di “Dice che”?

Nei video rappresentiamo semplicemente noi stessi, vittime dei luoghi comuni come molti altri aquilani. Cerchiamo di rappresentare e raccontare le paure, le manie, i comportamenti irrazionali che dal 6 aprile 2009 riguardano tutti noi. Nello stesso tempo, cerchiamo di esorcizzare le nostre paure legate al terremoto.

Qual è l’obiettivo dei vostri video?

Obiettivi non ce ne sono mai stati. Ci fa continuare il desiderio di giocare con il nuovo linguaggio post sisma, osservare la realtà e rielaborarla. Poi il “dice che” ha vita autonoma ed è bellissimo vedere gli oltre 2.000 “dice che”, che quotidianamente vengono scritti sul forum del sito www.diceche.com.

Come cambieranno i personaggi di “Dice che” quando l’attenzione nei confronti del terremoto sarà scemata?

“Dice che” e i suoi personaggi non hanno la pretesa di pianificare il futuro. Nasce per caso e giorno per giorno continua. Ce lo ha insegnato il terremoto: le cose accadono e controllarle è solo un’illusione.

Tania Di Simone