Terremoto L’Aquila, la gente scende in piazza

noi_che_a_l_aquilaL’Aquila. Saranno in piazza domani, alle ore 14,00 in punto. E davanti ad un Duomo ferito e silenzioso si ritroveranno tutti coloro che, alle 3,32 di quel 6 aprile 2009, non ridevano affatto, ma scappavano a piedi nudi dalle mura di una città che sembrava inghiottire chiunque.

È la manifestazione promossa sui social network sui quali centinaia di aquilani si stanno già organizzando per protestare, con cartelli e scritte, ai contenuti delle intercettazioni relative all’inchiesta sugli appalti per il G8. Per i promotori, si tratta di un’iniziativa che non vuole essere una vera e propria manifestazione, ma semplicemente un momento di incontro. Che si lega ad una seconda iniziativa in programma, invece, per il 18 febbraio.

Promossa dal comitato spontaneo “3e32”, il prossimo giovedì, alle ore 10,00, sindacati, associazioni, partiti e movimenti saranno, infatti, in piazza Montecitorio per dire no all’approvazione della Protezione Civile Spa.

“Il comitato cittadino “3e32” ha costantemente denunciato a L’Aquila una totale mancanza di trasparenza e quindi di partecipazione da parte delle popolazioni locali nel dopo terremoto” fanno sapere i promotori della manifestazione. “Per questo le parole ascoltate dei veri sciacalli che al telefono se la ridono già la mattina del 6 aprile purtroppo non ci hanno sorpresi. Ci sembrano corrispondere alla gestione dell’emergenza che abbiamo vissuto, basata sul controllo centrale, sulla creazione di disgregazione sociale, sull’opacità nella gestione di super-appalti in cui imprenditori senza scrupoli sono i primi ad inserirsi ed, infine, sull’annientamento delle procedure democratiche. Forti e gentili sì, fessi no”.

Secondo il comitato, la gestione di Guido Bertolaso avrebbe, dunque, snaturato la Protezione Civile italiana, mettendo in un angolo le componenti fondamentali, come volontari, vigili del fuoco ed enti locali.

“Per questo” tuonano i membri di “3e32”, “ben prima degli scandali di cui parlano i giornali Bertolaso si deve dimettere. E il governo deve abbandonare il proposito di far approvare il decreto sulla Protezione Civile Spa”.

Tania Di Simone

 

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