L’Aquila. Indagini sui crolli del terremoto chiuse in tre anni. La rassicurazione arriva da Alfredo Rossini, procuratore capo della Repubblica de L’Aquila, che ha incontrato fuori dalla caserma della Guardia di Finanza di Coppito, dove era in programma la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, i genitori degli studenti vittime del terremoto del 6 aprile.
Fuori dalla caserma, infatti, i genitori hanno inscenato un sit-in di protesta contro il processo breve. Le inchieste aperte dalla procura de L’Aquila, per gli effetti prodotti dal sisma, sono circa duecento e comprendono sia il crollo di strutture pubbliche che private. Il procuratore Rossini, che si è intrattenuto con i manifestanti, ha fornito ampie rassicurazioni sul lavoro effettuato dai magistrati inquirenti e sulla tempistica delle varie indagini. “ Il processo breve”, ha sottolineato Alfredo Rossini, “ prevede che le indagini preliminari si chiudano in tre anni. Noi rispetteremo questa scadenza, anche se poi non possiamo garantire nulla per i gradi di giudizio successivi. In ogni caso, sulla legge di riforma sul processo non possiamo esprimere nessun giudizio, almeno per ora, visto che ancora non conosciamo nel dettaglio il testo definitivo”. Durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, alla quale ha partecipato il ministro della Giustizia Angelino Alfano, è intervenuta anche Simona Giannangeli, avvocato del comitato vittime del terremoto, che ha espresso le preoccupazioni per gli effetti che il processo breve potrebbe avere sulle inchieste sul terremoto.