Il lavoro, secondo appuntamento con la stagione di teatro ragazzi promossa dal Comune di Atri e organizzata da L’Uovo Teatro Stabile di Innovazione, si segnala per originalità del tessuto narrativo, liberamente ispirato alla novella di Andersen al cui spirito mostra piena e rispettosa aderenza, e della dinamica scenica articolata in molteplici linguaggi espressivi e figurativi perfettamente amalgamati.
Della sua creazione la Giambruno, autrice e regista, dice: “…il brutto anatroccolo…alzi la mano chi non si è sentito, almeno per un attimo della propria vita come il goffo palmipede della novella di Andersen. Ebbene in questa nostra civiltà dell’immagine (e troppo poco – ahimè – della sostanza) che celebra la bellezza (pseudo) e il genio (pseudo) a tutti costi e non tollera neanche l’acne juvenilis – per non parlare della forfora!!! – e schiaccia chiunque non primeggi, io so, per esperienze quotidiane, che un bambino continuamente costretto a rapportarsi a un mondo così fatuo, troppo spesso si sente, consciamente o no, un povero brutto anatroccolo, rifiutato e deriso quando non abbandonato.
E allora…allora c’è bisogna di credere in una metamorfosi, in un cambiamento totale che restituisca una persuasione alla vita, una voglia di combattere e conquistarsi una felicità che resista e che investa anche gli altri che amiamo. E allora…questa messa in scena a partire da Andersen è un invito a riflettere sugli affetti veri che fanno la vita bella e degna di essere vissuta, su quanto sia importante stringere i denti e lottare per essi…e insieme è un segnale di solidarietà a tutti i brutti anatroccoli del mondo, me compresa…ma lo spettacolo, s’intende, è ancora altro…”
Sulla scena l’eclettico Guido D’Ascenzo interpreta con inesauribile verve i personaggi e le situazioni che si succedono con ritmo incalzante e coinvolgente, sostenuto dalle musiche originali del Maestro Raffaello Angelini nel contesto figurativo di una scenografia partecipe delle dinamiche emozionali.
Per informazioni:http://www.teatrouovo.it/atcmep_atri.htm