Se, infatti, il disegno di legge sul processo breve venisse approvato, sarebbero diversi i processi archiviati. Tra questi, anche le inchieste in corso di svolgimento a L’Aquila a seguito del sisma dello scorso 6 aprile, come quella per il crollo della Casa dello Studente e del Convitto de L’Aquila.
“Si indaga per i crolli” si legge nel documento del Comitato “per omicidio e disastro colposo, reati puniti dal codice con una pena fino a dieci anni. In questo modo, i procedimenti rientrerebbero nel processo breve e sarebbero destinati a perdersi per strada. Il risultato? Resterebbero impuniti i colpevoli e coloro che sono stati colpiti da lutti strazianti non avranno giustizia”.
I parenti delle vittime additano anche la notizia di un provvedimento del ministro Alfano circa i tagli al personale giudiziario che andrebbero ad interessare in modo rilevante anche il tribunale de L’Aquila. Il Comitato reputa la scelta insensata, in quanto proprio la procura aquilana starebbe affrontando una grande mole di lavoro in un contesto di “assoluta criticità”.
“Chiediamo” dichiara, pertanto, il Comitato “a tutti coloro che nel nostro Paese hanno a cuore la giustizia di mobilitarsi e di essere al fianco nostro e delle vittime affinchè sia evitata quella che l’Associazione nazionale magistrati definisce una tragedia per il diritto”.
Per il crollo della Casa dello Studente sono state indagate 15 persone. In questi giorni, la Procura sta verificando le varie memorie difensive e tutta la documentazione presentata dai presunti responsabili. Sembra che l’udienza preliminare si svolgerà entro il prossimo mese di luglio.