L’Aquila. ‘Lo Stato mi ha preso in giro, ci ha preso in giro… per noi familiari delle vittime di quel sisma, non ha fatto nulla,… non ci ha tutelato in nulla, non ha avuto nemmeno il coraggio di punire chi in nome delle Istituzioni ci ha parlato, ci ha rassicurato e ci ha causato lutti…… Questo Stato ci chiede e ci ha chiesto pazienza, rispetto, ma del nostro dolore e della nostra perdita chi ha avuto rispetto? Lo Stato no….’.
L’Avvocato Maria Grazia Piccini, madre di Ilaria Rambaldi, una delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, per metterlo a conoscenza delle tante promesse non mantenute dal mondo della politica negli anni passati ed invitandolo ad intervenire per fare in modo che le persone che persero la vita ed i loro familiari non siano più prese in giro attraverso una serie di bugie. Riportiamo per esteso la lettera
Carissimo Presidente del Consiglio, carissimo Renzi, Carissimo Matteo,
scelga lei, o meglio tu, in che veste mi vuoi ascoltare, se da capo del Governo, da padre di famiglia o da semplice cittadino amico, perché ho delle cose da dirti e che coinvolgono tutte e tre questi ruoli, che rivesti in momenti diversi della tua vita. Quando sei Presidente del Consiglio, quando sei padre e quando sei solo un cittadino che ama il suo prossimo e di conseguenza il suo Paese.
Mi presento. Sono la mamma di una ragazza stupenda di soli 25 anni che ha avuto la sventura di studiare a L’aquila nel periodo del terremoto, e che lo ha fatto con grande profitto e che era in procinto di laurearsi, se tutto il suo progetto di vita, se tutte le sue aspirazioni , se tutto il suo entusiasmo per il futuro, non fossero state interrotte, la notte del 6 aprile 2009 alle ore 3,32, da un terremoto violento e crudele che ha sepolto lei, il suo ragazzo ed altre 307 persone, sotto macerie e bugie che li hanno uccisi. Lei si chiamava Ilaria Rambaldi, lui Paolo Verzilli.
Per quanto riguarda le macerie, ce la vedremo con i costruttori e con chi di competenza. Per quanto riguarda le bugie,, e qui mi rivolgo al Presidente del Consiglio, ce la siamo vista (brutta direi!!!)con lo Stato, o con quella parte di Stato che ci ha ingannato attraverso i suo organi ed i suoi funzionari.
Certamente capirà, ed è anche molto semplice, che io mi riferisco a quella che è stata la Protezione civile ed alla famosa Commissione Grandi Rischi, che è stata processata e condannata in primo grado ed assolta….. (non ne conosciamo ancora le motivazioni…) in appello.
Ed è qui che scatta la mia rabbia, mista a stupore ed incredulità mentre mi sorge spontanea una domanda che le formulo in italiano traducendo dal francese che mi sgorga spontaneo:
“Ma ci stanno prendendo per i fondelli ?”
Ho l’impressione di aver definitivamente capito ed assodato, che lo Stato alle vittime del terremoto de L’Aquila ed alle loro famiglie, le vuole prendere per i fondelli. Ne sono convinta perché tante cose sono successe in questo tempo, dal terremoto ad oggi, che mi fanno capire decisamente che la storia è questa e che la verità seppur scottante è questa. Ho bisogno però di ripercorrere con te, che allora non eri nelle alte sfere del potere e che potresti non sapere fino in fondo, la presa in giro quanto è stata sistematica e continuata, perpetrata da questo Stato nei nostri confronti.
Bisogna a questo punto che facciamo un opportuno distinguo tra quelli che sono stati i soccorsi a L’Aquila ed agli aquilani superstiti, e quelli che sono le vittime ed i loro familiari, vittime e familiari che, per la gran parte, non sono nemmeno residenti a L’Aquila.
In data 13 Ottobre 2009, venne approvata dal Parlamento, all’UNANIMITA’ e sottolineo la modalità, una mozione nella quale si stabilivano gli interventi da adottare per L’Aquila e, tra questi, si stabiliva quale unica provvidenza per le vittime ed i loro familiari, il riconoscimento delle stesse quali vittime del lavoro.
A questa mozione fu dato seguito per intero, tranne per quest’ultima parte.. Per L’Aquila furono disposti interventi di ogni tipo, soccorsi ed aiuti, commissari e sotto commissari, ma per le vittime e le loro famiglie, nulla. Dopo un po’ di tempo, quando cominciai a riconnettermi con il mondo, pensai che probabilmente, si era trattato di un mero ritardo e che probabilmente bastava darsi da fare e sollecitare , e tutto si sarebbe risolto.
Pensai allora di predisporre una istanza, sottoscritta da tutti coloro che sono riuscita a raggiungere e che avevano perso un figlio, un padre, un familiare in quel sisma, per chiedere che si procedesse alla realizzazione pratica del principio enunciato, formulando una modalità ed una tempistica per il riconoscimento.
Raccolte le firme le consegnai al Governatore della mia Regione Dott. Chiodi, che fu gentilissimo con me e mi disse di condividere con me tutto quanto gli rappresentavo. In verità, a parole ne ho ricevuta tanta di solidarietà ed anche di baci e abbracci, anche da parte di funzionari e rappresentati delle Istituzioni, ma oggi a ripensarci e sempre traducendo dal francese, mi chiedo:
Ma anche a prescindere da questo, se l’avete messo in una mozione e l’avete votata all’unanimità, adesso perché non rispettate quanto detto? Allora voleva essere solo un modo per lavarci la faccia intrisa di lacrime e dolore ? Grazie, ne facevamo volentieri a meno. Questo è servito a farci sentire oltre che colpiti da un lutto atroce,, anche abbandonati e mercanteggiati, pesati , contati a soldi.
Ma io sono abruzzese e pertanto per mia natura Forte e Gentile, e non mi sono arresa. Ho cominciato a chiedere in giro, ad informarmi anche presso altri parlamentari su come si potessero trovare i fondi e sulle modalità con le quali in precedenza, con le vittime di San Giuliano si era operato. Mi sono state offerte delle ipotesi: i fondi della Camera dei deputati, e L’Inail che ha fondi straordinari dove si era attinto in precedenza per San Giuliano e che avrebbe coperto di gran lunga il fabbisogno.
Mi fu consigliato a questo punto di chiedere a Fini di essere invitata per un’audizione… scrissi, ma aspetto ancora la risposta..
Schifata, stanca e sconfitta, lasciai perdere perché alla fine pensai che se lo Stato ha ritenuto di dovermi riconoscere questa cosa, era lo Stato stesso che doveva muoversi e non io ad elemosinare o a mercanteggiare.. Non feci più nulla. La mozione è lì. La decisione anche, i precedenti sono anch’essi là, ma non è cambiato nulla….PRIMA BUGIA
SECONDA BUGIA
Contemporaneamente all’iter che ho sopra descritto, mi fu chiesto se, viste come erano andate le cose, se volevo anch’io procedere all’esposto contro la Commissione Grandi Rischi, in quanto a L’Aquila in molti stavano procedendo…. Eh si.. mi fu chiesto, ma non perché io non ci avessi pensato, ma perché non avevo fiducia che si potesse ottenere giustizia. Non ci credevo che quei “capoccioni” come li aveva chiamati mia figlia Ilaria, potessero essere condannati, appoggiati com’erano dai poteri forti, dalla Protezione Civile che ai tempi era una forza della natura, da un Bertolaso che mancava poco lo facessero oltre che Ministro, forse anche il Papa…. Non ci credevo… mi tenevo stretto il mio dolore, le mie ferite , la mia disperazione, la convinzione di essere stata tradita, giocata, di aver subito un affronto… avevo perso una figlia… una figlia bella, giovane, intelligente ed ad un tratto, mi sentivo povera, sentivo che non avevo più qualcosa di prezioso che rendeva la mia vita anch’essa preziosa e speciale…. Mi stringevo al cuore l’altra mia figlia e cercavo di attutire il suo dolore con i sorrisi che riuscivo a fare, i primi stentati, poi ci prendi la mano, e diventi brava anche a sorridere quando invece vorresti urlare di dolore.
Poi, ho ripercorso quell’ultimo giorno in cui ho visto Ilaria, quando l’ho accompagnata a L’Aquila, quando lei volle rimanere lì, di ritorno da Pisa, perché aveva saputo da Paolo il suo fidanzato, che la riunione dei capoccione, aveva stabilito che tutto era tranquillo e che le scosse erano fisiologiche e non facevano che scaricare l’energia evitando scosse più forti e quindi terremoti devastanti… Solo per questo Ilaria è ritornata a L’aquila, altrimenti sarebbe tornata a casa con me. Sarebbe bastato che avessero solo detto che la situazione era critica, che avessero per precauzione chiuso l’università o detto qualcosa di più chiaro, che Ilaria sarebbe tornata a casa . Ilaria sarebbe tornata e sarebbe ancora qui. Si è fidata, così come si è fidata, quando io per telefono le facevo le raccomandazioni, ma lei mi diceva che non c’era pericolo, che purtroppo era fastidioso perché lei si spaventava, ma che ci doveva fare l’abitudine, perché lo sciame sarebbe stato lungo.. era impaurita ma rassegnata… comunque certa che doveva sopportare un fastidio, una incertezza, ma mai e poi mai sapeva che vi era un rischio , men che meno mortale… Aveva creduto alle rassicurazioni, come vi avevano creduto tutti a L’Aquila, grandi e piccini, giovani e vecchi… come si faceva a non credere se Bertolaso aveva scomodato gli studiosi del settore, quanto di meglio offrisse il panorama scientifico italiano (!!!!!!!!!!!)….come si faceva a non credergli?… Ilaria abituata a credere ai suoi professori, credette anche a questi che invece .. mentirono.
E adesso Boschi sente di poter parlare e dire che finalmente può dire che è stato costretto a tranquillizzare la gente, dalla Protezione civile…. Come se il mandante fosse il solo responsabile rispetto al Killer… Sette Killer ed un mandante… sarebbe un bel titolo per un film…
Ecco dunque l’amaro che mi ha spinto a scriverti, l’amaro , il fiele, il disgusto, la disperazione, la sensazione di vedere le prime luci del Natale, e di non sentire alcuna gioia, alcun sentimento, alcuna aria di festa…come accade per tutti i giorni dell’anno e per tutti i giorni trascorsi dal 6 aprile 2009…
Dicono aspettiamo le motivazioni.. certo aspettiamole.. ma si troverà un modo per motivare in qualche modo una scelta che l’aria portava….un vago presentimento? Forse….ma intanto…
Lo Stato mi ha preso in giro, ci ha preso in giro… per noi familiari delle vittime di quel sisma, non ha fatto nulla,… non ci ha tutelato in nulla, non ha avuto nemmeno il coraggio di punire chi in nome delle Istituzioni ci ha parlato, ci ha rassicurato e ci ha causato lutti…… Questo Stato ci chiede e ci ha chiesto pazienza, rispetto , ma del nostro dolore e della nostra perdita chi ha avuto rispetto? Lo Stato no….
Vorrei tenessi ben differenziate le spese per L’Aquila e per la ricostruzione, da quello che siamo noi, poveri disgraziati, figli di un dio minore, figli anzi no figliastri di uno Stato che per noi ha trovato i soldi solo per regalarci il sacco nero dell’immondizia, in cui ci hanno riconsegnato i corpi dei figli, dei fratelli, delle sorelle… Lo sai caro Presidente che a L’Aquila sono morti 55 studenti universitari, più tutta una quantità esagerata di bambini e ragazzi di altre scuole? Lo sai che a tutti noi, lo Stato dopo averci procurato il danno, ci ha anche sbeffeggiato? Con la mancata applicazione della mozione 13 ottobre 2009 e con la mancata applicazione della legge ai “ killer” inviati dal mandante….per usare una figura retorica chiara a tutti…?