«Altro che politica verde, il Comune predica bene e razzola male»
Chieti. Bisognerà, a Chieti, cambiare il nome a molte strade, che non avranno più diritto a fregiarsi del prestigioso titolo di “viale”. Questo sostantivo maschile, come si può verificare in qualsiasi vocabolario, indica infatti una strada alberata mentre il capoluogo teatino rischia di non averne più. A partire da lunedì 4 ottobre saranno tagliati 80 alberi, in varie parti della città a cominciare da Viale (?) Benedetto Croce e da via Ricci e dalle piante nei cortili delle scuole. Peggio ancora il fatto che, a quanto pare, le eventuali ripiantumazioni non avverranno lungo le strade dove saranno operati i tagli, ma altrove. Il provvedimento segue quello già parzialmente attuato in alcune aree cittadine, ad esempio alla Villa Comunale, dove la semplice osservazione dei monconi delle essenze appena abbattute aveva a suo tempo dimostrato che il rischio caduta era nella gran parte dei casi del tutto inesistente. Una consapevolezza che però non ha favorito ripensamenti visto che i tagli ricominciano.
Sugli organi di stampa il Comune ha persino affermato di aver “condiviso” la decisione con le associazioni ambientaliste. Nella realtà dei fatti, almeno per quanto riguarda il WWF, c’è stata soltanto una telefonata, giovedì 30, del sindaco e dell’assessore che hanno annunciato l’avvio dei lavori previsto per lunedì. Questa, chiediamo ancora aiuto al vocabolario, è una “informazione” e non certo una condivisione. Informazione alla quale peraltro il WWF ha replicato chiarendo subito che non apprezzava una simile scelta e che avrebbe reso pubblico il proprio dissenso.
Se davvero tutti gli alberi condannati fossero in condizioni precarie di stabilità bisognerebbe recitare il mea culpa per decenni di manutenzione carente, chiedere i danni per lavori sui sotto-servizi che hanno danneggiato le radici, cercare soluzioni che possano evitare la morte di 80 alberi. E poi tante specie diverse che si ammalano tutte insieme?
La decisione sulla strage (questa è la parola giusta per definire un intervento di tali proporzioni) spetta al Comune. Il rimpallo di responsabilità tra la vecchia e la nuova amministrazione è solo stucchevole parodia di quello che dovrebbe essere un dibattito politico serio. L’unica realtà che conta è che il patrimonio verde che appartiene ai cittadini di Chieti diventerà sempre più povero, a dispetto degli impegni formali che ogni giorno vengono ribaditi dall’amministrazione municipale a parole e anche con la partecipazione a eventi che invece vorrebbero promuovere città più a misura d’uomo, ricche di piante e di spazi naturali. Il verde offre ossigeno, contrasta l’inquinamento atmosferico, offre riparo dall’eccessiva insolazione… Tagliare (peraltro senza ripiantare o al più piantando altrove) avrà effetti enormemente negativi. Anche sulla credibilità di chi, evidentemente, non tiene nel giusto conto l’antico detto popolare che non apprezza chi predica bene ma razzola male.