Il fatto risale al 29 novembre 2019; in primo grado, il 18 marzo scorso, l’uomo era stato condannato a 22 anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Lanciano. A ridurre la pena è stata la Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila: il procuratore generale aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado.
Per la diminuzione della condanna la Corte aquilana ha ritenuto prevalente il vizio parziale di mente, già riconosciuto in primo grado, rispetto all’aggravante del rapporto di coniugio. L’omicidio avvenne nella boscaglia di via Montesecco, dove furono lasciate scie di sangue a zig zag, fino al pendio in mezzo ai castagni.
Bastonate in tutto il corpo alla moglie – ne sono state contate 26 – e poi 6 colpi in testa nella regione occipitale: naso fracassato con un pugno e torsione del collo che ha provocato l’insufficienza respiratoria e susseguente morte della donna. Le motivazioni di sentenza di secondo grado saranno note entro 90 giorni.
“Valuterò se ricorrere in Cassazione – dice l’avvocato Alberto Paone. È stato un bel risultato la diminuzione di 5 anni. Sono soddisfatto”.
Giannichi è attualmente recluso nella struttura riabilitativa di Rosello.