“Gravi criticità con le azioni di tutela dei nidi nonostante i 7.000 euro di incarico da parte del Comune all’Istituto Abruzzese Aree Protette che aderisce al progetto Salvafratino del WWF”
Ortona. La Stazione Ornitologica Abruzzese plaude all’ordinanza emanata dal sindaco del Comune di Ortona il 9 aprile che vieta completamente l’accesso in spiaggia di cani e gatti nel tratto della stazione di Tollo, al fine di proteggere i nidi e i pulcini del raro Fratino, una delle specie di uccello più rare della regione.
Si chiede, quindi, un piccolo e temporaneo “sacrificio” per i cani e i loro proprietari che così contribuiranno alla protezione di una specie minacciata. D’altro lato nelle spiagge, come tutti i luoghi pubblici, già ora è obbligatorio il guinzaglio. A Ortona, in considerazione del fatto che è la zona più importante della regione per il Fratino, che nidifica a terra tra la sabbia ed è quindi estremamente vulnerabile al disturbo causato dai cani visti come potenziali predatori, era quindi indifferibile attivare azioni più energiche come appunto il divieto temporaneo di accesso.
Ovviamente servirà un’adeguata diffusione dell’informazione, il posizionamento della cartellonistica e soprattutto la vigilanza affinché l’iniziativa non rimanga lettera morta. Su questo aspetto da tempo la SOA sollecita le autorità a garantire una presenza costante sulle spiagge.
In merito, invece, alle azioni di monitoraggio e tutela, la Stazione Ornitologica ha trovato finora due nidi in quell’area, rispettivamente il 3 aprile e il 9 aprile, immediatamente segnalati alle autorità con tanto di georeferenziazione GPS, chiedendo una delimitazione con paletti e cordino.
Purtroppo spiace dover constatare che nonostante l’affidamento di un incarico oneroso da parte del Comune di Ortona anche per seguire il progetto Salvafratino nell’ambito della gestione della Riserva “Ripari di Giobbe”, al ritrovamento dei nidi non sono seguite azioni rapide per la loro tutela da parte dell’ente pubblico.
Tra l’altro il comune, anche per monitorare i nidi di Fratino nel parco delle dune, con la determina 2637 del 31/12//2021 ha destinato 7.000 euro ad un soggetto, l’Istituto Abruzzese per le Aree Protette, associazione che partecipa al cosiddetto progetto Salvafratino del WWF (che a sua volta riceve 10.000 euro dall’Area Marina Protetta Torre di Cerrano per questo progetto).
Qui non solo i nidi sono stati trovati dalla Stazione Ornitologica Abruzzese (che l’anno scorso ha trovato e segnalato il 61% del totale dei nidi in Abruzzo; 14 su 15 a Ortona), che non riceve e non ha chiesto neanche un rimborso spese, ma una delimitazione del primo nido, molto esposto al disturbo, è comparsa dopo ben sei giorni dalla segnalazione e solo dopo un sollecito della SOA del 7 aprile che ha fatto attivare pure la Capitaneria di Porto di Ortona che ha scritto al comune, al WWF e ai carabinieri-forestali.
Dichiara Massimo Pellegrini, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese e naturalista “Due giorni dopo, il 9 aprile, il nido è stato perimetrato da qualcuno con materiale di risulta ad una distanza troppo piccola dalle uova, permettendo così alle persone di avvicinarsi eccessivamente rispetto alla normale distanza di fuga della specie. In questo modo una persona, anche in buonafede, pur rimanendo dietro alla delimitazione, comunque disturba gli adulti in cova facendo rischiare l’abbandono oppure la predazione del nido. Non sappiamo chi ha provveduto alla delimitazione ma la precarietà della stessa, realizzata con cannucce di recupero e spago da pacchi si dubita possa essere realizzata da un ente pubblico o da esperti incaricati e pagati dallo stesso. Quando abbiamo sollecitato una delimitazione intendevamo qualcosa di più congruo. Anche il secondo nido è stato perimetrato solo ieri non sappiamo da chi, sempre a distanza di sei giorni dalla segnalazione, sempre con cannucce di risulta su cui è stato addirittura legato del nastro di plastica bianco e rosso da cantiere. Quanto di più sbagliato perché con il vento e le canne che si muovono si crea un effetto bandiera e spesso i nastri si staccano, causando un disturbo per gli animali in cova, come abbiamo segnalato già l’anno passato per altri siti della regione. Non a caso dopo poche ore parte della delimitazione era già a terra. Evidentemente queste semplici prescrizioni tecniche risultano ignote agli autori della delimitazione. Così non va”.
“Lo scorso 11 aprile – continua Pellegrini – ho inviato inviato una ulteriore nota a tutti gli enti, a partire dal Ministero della Transizione Ecologica e dalla Regione fino a tutti i comuni, per chiedere da un lato sollecitudine negli interventi e dall’altro che gli stessi siano idonei e adeguati tenendo conto delle leggi esistenti nonché della biologia e dell’eco-etologia della specie. Se il risultato è una perimetrazione alla plastica bianco e rossa da cantiere, mi cadono le braccia”.