Chieti. Questa mattina, Carabinieri e Finanzieri dei rispettivi Comandi Provinciali di Chieti, nonché della Sezione della Guardia di Finanza della Procura di Chieti, in collaborazione con i colleghi svizzeri, rumeni, slovacchi e maltesi, stanno dando esecuzione a cinque misure cautelari personali e reali (sequestro preventivo di beni immobili e denaro per un valore di circa 800.000,00 euro) emesse dal G.I.P. del Tribunale di Chieti – dott.ssa Isabella ALLIERI -, su richiesta della Procura della Repubblica di Chieti che ha diretto le indagini, nei confronti di soggetti accusati a vario titolo di peculato, riciclaggio, auto-riciclaggio e abuso d’ufficio.
Il materiale d’indagine riguarda la gestione dell’Università Telematica “Leonardo Da Vinci” (UNIDAV) con sede a Torrevecchia Teatina (CH), istituita dalla Fondazione “Gabriele D’Annunzio” in conformità alle linee di indirizzo formulate dall’Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara. L’arco temporale investigato ha abbracciato il triennio 2015 – 2018, durante il quale il controllo dell’ateneo telematico è stato assunto dalla società slovacca “Sredo Európska Vysoká Škola” di Skalica (S.E.V.S.), che si era aggiudicata il bando pubblico di gara emanato dalla Fondazione Università “Gabriele D’Annunzio” per favorire la costituzione di un “partenariato istituzionale” con soggetti esterni che si fossero resi disponibili a collaborare nell’interesse e per il rilancio dell’Ateneo telematico “Leonardo da Vinci”.
L’aggiudicazione è avvenuta a fronte di una offerta economica presentata per € 2.650.000,00 da pagarsi in 7 rate annuali di cui le prime tre pari a € 265.000 e le restanti di € 530.000. Regista dell’operazione è risultata Z.L., componente del consiglio di amministrazione della S.E.V.S. nonché socio della EDUWORLD HOLDING Ltd, società di diritto maltese titolare delle quote di partecipazione al capitale sociale di numerosissime aziende attive nel settore della formazione scolastica universitaria. EDUWORLD HOLDING, infatti, è al centro di un network per la formazione a distanza nel quale operano diversi istituti di formazione online ubicati in Europa e nel Nord America.
L’articolata attività investigativa si è caratterizzata per la disamina di numerosissimi documenti riguardanti gli aspetti gestionali e finanziari, cui si sono aggiunti i tipici servizi di polizia giudiziaria – osservazione, pedinamenti, indagini tecniche ed ambientali che si sono anche avvalse del contributo specialistico dello S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza (Servizio Centrale Investigativo Criminalità Organizzata). In considerazione del carattere transnazionale degli illeciti perseguiti, nel corso delle indagini è stata richiesta ed ottenuta assistenza giudiziaria internazionale con le Autorità giudiziarie e di polizia della Svizzera, della Repubblica Slovacca e di Malta – attraverso il supporto del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, l’Ufficio Criminalità Organizzata del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia che hanno consentito di documentare plurime condotte di appropriazione di denaro pubblico dell’UNIDAV, ad opera di consiglieri di amministrazione e dirigenti che ne avevano la disponibilità per ragioni di ufficio o servizio nonché il successivo riciclaggio e/o auto-riciclaggio.
Nello specifico, le provvidenze dell’UNIDAV, frutto, perlopiù, delle rette pagate dagli studenti iscritti all’Ateneo Telematico, venivano prelevate e, quindi, distratte a favore proprio o di terzi soggetti fisici e/o giuridici mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, in assenza di valide ragioni economiche e mediante la redazione di accordi, convenzioni e progetti del tutto fittizi e mai realizzati. Sono stati accertati ripetuti casi di distrazione e di appropriazione di risorse dell’Università Telematica per le finalità più varie. I soggetti colpiti dalle misure cautelari utilizzavano la casse dell’UNIDAV come un vero e proprio bancomat, per creare nuove società (anche di diritto straniero) da immettere sul “mercato” della formazione scolastica e/o universitaria, oppure per soddisfare esigenze del tutto personali o legate alla propria famiglia, quale utilizzo in aste immobiliari, cure mediche di coniugi e pagamento degli stipendi di dipendenti di proprie società.
I provvedimenti dell’A.G. teatina riguardano nr. cinque Ordinanze di Custodia Cautelare di cui tre in carcere e due ai domiciliari all’esito di una indagine nella quale risultano indagate a vario titolo 18 soggetti italiani, 16 residenti in Abruzzo, Toscana, Emilia Romagna, Lazio e Campania e 2 stabilmente residenti in Svizzera ed in Romania. Contestualmente alle Misure Cautelari, si sta procedendo anche al Sequestro Preventivo per equivalente di beni mobili, immobili e conti correnti bancari dei citati soggetti per un valore di circa 800.000,00 euro sia in Italia che in Svizzera, in Slovacchia e Malta, nonché all’esecuzione di 22 perquisizioni. Quella odierna è un’operazione complessa che ha visto impegnati carabinieri e finanzieri fianco a fianco durante tutta l’attività investigativa: un’indagine che trasversalmente ha riguardato gli specifici ambiti operativi con il costante ed efficace coordinamento della Procura della Repubblica di Chieti e testimonia ancora una volta l’impegno delle FF.PP. operanti su questa Provincia nel contrasto a tutte le forme di illegalità.
Dispiace dover rilevare che anche il settore pubblico della formazione accademica possa essere oggetto di comportamenti predatori con conseguenti danni che riverberano i loro effetti negativi, purtroppo, sulla vera anima di tali istituzioni, rappresentata dagli studenti.