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Tollo, nuovi ritrovamenti archeologici nei pressi della villa romana di Contrada San Pietro

Tollo. Negli ultimi giorni, a seguito di ulteriori saggi archeologici eseguiti nei pressi del già noto sito della villa romana di Contrada San Pietro di Tollo, sono stati rinvenuti porzioni di pavimento a mosaico con tessere in bianco e nero e di intonaco dipinto in colori vivaci.

La località San Pietro di Tollo era già da tempo nota per il suo interesse archeologico che aveva portato ad inserirne segnalazione sul Piano Regolatore Generale del Comune. Successivamente, in occasione della ristrutturazione di un casolare, l’esecuzione di saggi archeologici preliminari ai lavori ha portato alla scoperta di una porzione di una villa con una lunga continuità di vita, che va dalla fine dell’età repubblicana almeno fino al VI-VII sec. d.C. Su di essa deve essersi impostata la chiesa di S. Pietro_ in Tullo_, dipendente dal vescovo di Chieti e documentata nelle Decime papali del XIV secolo. Gli scavi più estensivi eseguiti successivamente hanno riportato alla luce due cisterne molto ben conservate poste all’interno della zona produttiva della villa, dotata di un grande magazzino con _dolia_ interrati e di una vasca di decantazione, oltre a tratti di murature conservate solo a livello di fondazione. A seguito di tali rinvenimenti la cantina Feudo Antico, proprietaria dell’area, ha rimodulato il progetto originario, attraverso la realizzazione di un lungimirante disegno architettonico volto a coniugare la tutela dei resti antichi con la loro valorizzazione, in un ambiente che testimonia la continuità della destinazione agricola del sito.

L’ipotesi di prolungamento della villa verso nord-est trova oggi conferma con le recentissime scoperte. I frammenti di mosaico e di intonaco forniscono nuovi dati dimensionali sull’estensione della villa verso il mare e dimostrano, in termini qualitativi, che gli ambienti più a valle sono parte della zona signorile dell’insediamento.

“Da oltre duemila anni questo è un luogo dove si produce vino e olio” sottolinea Vittorio Di Carlo, Presidente delle Cantine Feudo Antico; “già in epoca romana venne realizzata una azienda agricola per produrre questi nettari preziosi. Oggi, noi – modesti imprenditori agricoli custodi del territorio – riportiamo alla luce i manufatti realizzati dai nostri straordinari antenati e proseguiamo la loro fatica continuando a produrre il nettare di Bacco e l’oro verde prodotto dai frutti dell’albero di Atena. In punta di piedi, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza, abbiamo investito, scoperto e restaurato parte della villa rustica romana rendendola fruibile al pubblico e realizzando un complesso aziendale che fosse il più leggero e rispettoso possibile. Per fare ciò ci siamo ispirati alla scuola Bauhaus fondata da Walter Gropius nel secolo scorso e, grazie all’estro e alla sapienza dei progettisti che hanno sposato l’idea con appassionato impegno e alle maestranze che hanno applicato tutta la loro maestri , oggi possiamo fruire di questa struttura delicatamente adagiata tra i vigneti della DOCG TULLUM con all’orizzonte il mare adriatico, la Maiella e il Gran Sasso.”

Le nuove informazioni acquisite sottolineano e confermano l’altissimo valore storico-culturale e antropologico dell’area in cui si estendeva la villa romana di San Pietro, in un contesto paesaggistico caratterizzato dai segni della tradizione vitivinicola e agraria.

Il sindaco di Tollo, Angelo Radica, ricorda che “Tollo è tra i più verdi e attivi comuni abruzzesi, simbolo del Tullum Docg e impegnato da anni sui temi della sostenibilità, ha vincolato l’84% del territorio comunale (il 70% a vigneto) attraverso il Piano Regolatore delle Città del Vino e adottato il regolamento di polizia rurale per promuovere la viticoltura biologica. Di recente ha avviato la procedura per il riconoscimento della pergola abruzzese a Patrimonio dell’Umanità ed è tra i primi comuni d’Italia ad aver promosso la formazione della comunità energetiche sul territorio. Infine, lo scorso 14 marzo ha ricevuto la menzione nell’ambito del Premio Nazionale del Paesaggio promosso dal Ministero della Cultura”

Un territorio, quindi, che merita di essere tutelato e conservato, anche attraverso la definizione di un quadro normativo più stringente, che possa garantire alla villa, all’interno del suo contesto, di essere conservata e valorizzata. “I nuovi saggi archeologici e le informazioni acquisite modificano il quadro di riferimento e ci spingono verso l’adozione di provvedimenti di tutela diretta” dichiara la Soprintendente Rosaria Mencarelli. “I funzionari tecnici in questi giorni stanno verificando i dati scientifici rilevati, al fine di confermare la possibilità di avviare uno specifico procedimento di vincolo archeologico ad ampio raggio. La storia e l’identità culturale di una comunità e di un territorio vanno preservate , tanto più quando è la stessa comunità a volerlo, dimostrando tra l’altro che sviluppo sostenibile e tutela del patrimonio culturale posso coesistere”.