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Terapie di ultima generazione con secretoma di cellule staminali orali: un brevetto della ‘d’Annunzio’ di Chieti-Pescara

Chieti. La ricerca sulle cellule staminali e il loro secretoma è uno dei settori più promettenti nel campo della medicina rigenerativa e di precisione. Nel laboratorio di “Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa” dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, diretto dalla professoressa Oriana Trubiani, docente nel Corso di Laurea in Odontoiatria, da circa 20 anni i ricercatori dell’Ateneo lavorano con le cellule staminali provenienti dai tessuti orali.

Queste cellule, oltre ad essere facilmente reperibili e ad avere caratteristiche simili a quelle del midollo osseo, presentano capacità immunomodulatorie e antinfiammatorie, come hanno dimostrato numerose pubblicazioni scientifiche internazionali. Il gruppo di ricerca, insieme al professor Antonio Di Stefano, del Dipartimento di Farmacia della “d’Annunzio”, e alla professoressa Emanuela Mazzon dell’IRCSS “Bonino Pulejo” di Messina, ha depositato un brevetto per lo sviluppo di un trattamento innovativo e promettente delle malattie infiammatorie e neurodegenerative, usando il secretoma derivato dalle cellule staminali dai tessuti del cavo orale. I laboratori di ricerca che hanno partecipato all’invenzione sono centri specializzati che si occupano di terapia cellulare, medicina rigenerativa e ricerca d’avanguardia sulle cellule staminali. Il brevetto è supportato dallo Spin-Off di Ateneo “Algo Biotechnologies” che si occuperà del suo eventuale processo di industrializzazione.

<Il secretoma che viene prodotto dalle cellule staminali in laboratorio – spiega la professoressa Oriana Trubiani – è in grado di modulare la risposta immunitaria e infiammatoria. Può essere utilizzato a fini profilattici e terapeutici nella riduzione dell’incidenza delle infezioni batteriche e virali delle vie respiratorie, in particolare anche nei pazienti affetti da COVID-19. La formulazione in “polvere liofizzata” permette una migliore utilizzazione come farmaco, con il pregio, inoltre, di essere prodotta su larga scala, così da superare tutte le problematiche connesse alla terapia cellulare. La nostra ricerca – conclude la professoressa Trubiani – è oggi in prima linea nell’impiego pre-clinico di queste cellule che hanno dimostrato di avere effetto terapeutico e funzione rigenerativa sull’apparato stomatognatico, scheletrico e sul sistema nervoso”.