Vasto. Incursione a sud, lungo la Via verde della Costa dei Trabocchi, per scoprire il tratto ciclabile Punta Penna – Vasto (hanno aperto le gallerie). a partire dalla stazione di Porto di Vasto. A poca distanza il Camping “Grotta del Saraceno” dove intercetto l’evento organizzato da Legambiente per il passaggio della Goletta Verde.
Partenza in treno+bici dalla stazione di Francavilla: Regionale trabocchi Line 19787. Dita incrociate: potrei non trovare lo stallo libero per la mia due ruote. E invece i posti ci sono eccome.
Solo che lo spazio dedicato alle bici è cambiato: non più due banali binari a terra, ma ben 6 slot verticali, con sedili a scomparsa.
Il treno è un po’ affollato (c’è gente del giorno precedente rimasta bloccata per via dell’incendio in Pineta e l’interruzione della linea). Ma lo spazio dedicato alla bici va liberato per quell’uso. Ci provo.
La mia due ruote pesa circa 15 kg: bisogn tirarla su, metterla in verticale, agganciare la ruota anteriore all’uncino posto in alto e infilare la ruota posteriore nella pinza sottostante. Sembra facile, ma dopo diversi tentativi mi accorgo che, complice anche il treno ormai in movimento, l’impresa si fa ardua. Faccio diversi tentativi, cercando anche di rimanere in piedi, ma niente.
Credo di essere un tipo atletico, alto 1,75 mt, longilineo e abbastanza abile, ma evidentemente non è sufficiente essere tale. Un ragazzo della numerosa comitiva a bordo si offre di aiutarmi, e in due sistemiamo il mezzo. Lo vedo precario, tanto da controllare che il sistema di ancoraggio tenga. Ma sono preoccupati anche alcuni passeggeri che si trovano nelle vicinanze.
A Ortona salgono altre due bici, a pedalata assistita: peso circa 25 kg. Si guardano intorno e capiscono subito che dovranno fare il viaggio rimanendo in piedi di fianco al loro mezzo. Scambiamo due chiacchiere. Di sconforto.
Questo treno fa parte della proposta “Trabocchi Line” lanciata quest’anno da Trenitalia e Regione Abruzzo. I due ragazzi hanno noleggiato la bici a Ortona per percorrere la pista ciclabile della Costa dei Trabocchi. I treni con il pittogramma esterno del trasporto bici c’è. Ma la cosa non funziona.
Durante il viaggio ho riguardato il sistema e ho capito questo: chi l’ha progettato lo ha fatto utilizzando un CAD (programma di disegno elettronico), si sarà messo di fronte alla parete del treno da attrezzare e con il mouse avrà incollato i singoli stalli nello spazio a disposizione, mettendocene sei, e poi, sempre drug and drop, avrà simulato l’aggancio di una o più bici, stando attento ad alternare in altezza le singole postazioni (le dispari in alto, le pari più in basso).Risultato? Catastrofico.
Nessuno mette su la bici con il mouse, e una volta sistemata una, manca lo spazio di manovra per mettere le altre. Nessuna considerazione del peso dei mezzi, men che meno della larghezza del manubrio, significativa nel caso di mountain bike, né tanto meno delle abilità dei passeggeri, presunti super atleti.
Inutile dire che la fatica e il disagio per agganciare la bici si ripetono per metterla giù. Poi bisogna ancora scendere dal treno sulla banchina e, se non si è al primo binario, farsi lunghe scalinate in discesa e in salita.
A pensarci bene, quello che hanno sistemato sul treno sembra più un appendiabiti da parete che un portabici.