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Scarichi nel fiume Pescara, indagato commissario Bonifica

Pescara. Il Commissario regionale del Consorzio di Bonifica Centro e Il Dirigente tecnico consortile e responsabile tecnico degli impianti di depurazione sono indagati per violazione del decreto legislativo 152/2006 ovvero per lo scarico di sostanze pericolose mediante il superamento del valore limite di zinco, danneggiamento aggravato di acque pubbliche in violazione dell’articolo 635 del Codice penale nonché per violazione del vincolo paesaggistico ambientale e il deturpamento di bellezze naturali per lo scarico di reflui nel fiume Pescara.

I due sono stati denunciati dai Carabinieri Forestale di Chieti a seguito dei risultati delle analisi, fornite dall’Arta Abruzzo, sulle acque di scarico prelevate nel comune di Chieti presso il depuratore comunale “San Martino”. “L’articolata gestione dei depuratori, comunali e non – si legge una nota nota dei carabinieri forestale – costituisce da sempre una criticità attenzionata dai Carabinieri forestali, in quanto anche condotte colpose od omissive possono rappresentare un serio pericolo per l’ambiente con potenziali ripercussioni sulla salute pubblica”.

La notizia della denuncia di due persone per scarico di sostanze pericolose nel fiume Pescara viene accolta positivamente dal WWF Chieti-Pescara: «Al di là dell’accertamento delle responsabilità individuali, sulle quali si pronuncerà ovviamente la magistratura, – dichiara la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco – è importante che i carabinieri forestali, grazie anche alle analisi svolte dall’ARTA, abbiano confermato quello che le nostre guardie ambientali avevano segnalato da tempo: la presenza di acque nere e maleodoranti nel fiume in località San Martino di Chieti, nelle immediate vicinanze del depuratore in zona Selvaiezzi. Come ha ben sottolineato la comandante provinciale col. Tiziana Altea, la cattiva gestione dei depuratori può infatti rappresentare un serio pericolo per l’ambiente con potenziali ripercussioni sulla salute pubblica».

«La prima segnalazione – ricorda Pier Paolo Moroni, coordinatore per la provincia di Chieti delle guardie WWF – è stata inviata attraverso posta elettronica certificata già il 21 novembre 2019 al Comando Regione dei Carabinieri-Forestali, corredata da alcune fotografie e da precise indicazioni georeferenziate. La scoperta era stata fatta qualche giorno prima durante una consueta attività di vigilanza lungo il fiume. Le guardie WWF avevano avvertito fastidiosi cattivi odori e, seguendone la scia, si erano imbattute in una grossa condotta di scarico dalla quale fuoriusciva copiosa e abbondante acqua di colore nero ben evidente anche nel fiume che pure aveva una portata di piena con acque marroni cariche di sedimenti; l’odore era insopportabile. L’ispezione, ripetuta già in giorno dopo e in varie altre occasioni nei mesi successivi sino a tempi recentissimi, ha confermato il perdurare del problema. Durante uno dei controlli le guardie volontarie si sono peraltro casualmente incontrate sul posto con i Carabinieri Forestali, coadiuvati in quel caso dalla Guardia Costiera, e hanno messo a loro disposizione tutto il materiale raccolto».

«Un ringraziamento particolare – conclude Nicoletta Di Francesco – per l’immenso lavoro che svolgono a tutela dell’ambiente va ai Carabinieri Forestali, ai quali garantiamo sempre la massima collaborazione anche in virtù di un protocollo d’intesa tra Arma e WWF firmato a livello nazionale. Un ringraziamento che estendo alle nostre guardie ambientali, che hanno sempre continuato a operare con ammirevole impegno, nel pieno rispetto delle regole, anche in questi difficili mesi di emergenza sanitaria. Mi sembra tuttavia importante ricordare che né le forze dell’ordine né tantomeno i volontari che sacrificano il proprio tempo libero per operare in favore della comunità possono essere presenti sempre e ovunque. Devono essere tutti i cittadini a “sorvegliare” il territorio, segnalando ogni anomalia alle autorità competenti».