Chieti. Subito controlli sulle strutture sociosanitarie Rsa (residenze sanitarie assistenziali) e Ra (residenze assistenziali autorizzate e accreditate della Regione Abruzzo, a tutela delle persone fragili ospitate e dei lavoratori. Li chiede alla Regione, alla Asl e all’Ispettorato del Lavoro la Uil Fpl di Chieti, all’indomani di diverse segnalazioni pervenute da operatori sociosanitari della provincia di Chieti su varie problematiche: dall’esiguità di unità operative in presenza alla copertura dei turni di lavoro, passando per l’eccessivo carico di lavoro che in tanti casi sfocia in infortuni sul lavoro e malattie professionali, la molteplicità delle mansioni assegnate che spesso travalicano quelle prescritte dai propri profili professionali e, in alcuni ma sempre più frequenti casi, la non corretta retribuzione in busta paga del salario effettivamente maturato mensilmente.
Dice Camillo Di Felice, della segreteria provinciale Uil Fpl: “Abbiamo a cuore le necessità e i bisogni delle persone fragili ospitate presso le Ra e Rsa e, al contempo, la tutela dei diritti e le garanzie di salute dei lavoratori. Per questo, rivolgiamo un sentito appello a Regione, Asl e Ispettorato del lavoro affinché accertino, con efficaci controlli dei loro uffici ispettivi, la corretta erogazione dei minuti di assistenza, le prestazioni dovute ed il rispetto delle norme sulla tutela della salute sui luoghi di lavoro su tutte le strutture affinché degenti ospiti, infermieri , terapisti, operatori socio-sanitari e tutte le altre professionalità che a vario titolo ruotano nell’ambito delle strutture abbiano il giusto riconoscimento di quanto a loro dovuto in termini di una accettabile e dignitosa assistenza, i primi, e equo carico di lavoro, rispetto delle competenze professionali e giusta retribuzione salariale, i secondi”.
La Uil Fpl, dopo un’attenta analisi e la verifica della documentazione acquisita sui carichi di lavoro e il rispetto dei tempi di assistenza dovuta agli anziani non autosufficienti o disabili, ha potuto verificare, in molti casi, l’incongruenza dei parametri con quanto previsto dal Piano Sanitario Regionale: “Lo scostamento in negativo – dice Di Felice – tra gli standard richiesti e quanto invece offerto dalle strutture è purtroppo marcato. Ad esempio, in una azienda, analizzando lo schema del turno, peraltro pubblicato senza l’apposizione della firma del coordinatore che ne assume la diretta responsabilità, si rileva la presenza in turno di un solo operatore che presta assistenza per tredici pazienti o più, oppure due sole unità addette al turno notturno nonostante la stessa azienda eserciti le proprie attività assistenziali su tre piani distinti lasciando, così, scoperto il presidio di almeno un piano dei tre. Queste modalità di organizzazione del lavoro contrastano, inoltre, anche con le previsioni della legge 81/2008 che regola i criteri di sicurezza per preservare la salute fisica e psichica dei lavoratori sui luoghi di lavoro”.
La Uil Fpl, quindi, ribadisce la necessità che le istituzioni preposte “monitorino, attentamente e approfonditamente, le aziende e gli enti di tutto il comparto socio-sanitario-assistenziale della provincia, verificando l’adeguatezza delle stesse agli standard previsti e per cui percepiscono le corrispondenti rette a carico del servizio sanitario pubblico e quindi di tutti noi cittadini, pattuiti negli accordi negoziali sottoscritti con la Regione Abruzzo. Inoltre – conclude Di Felice – è necessario verificare che i reali fabbisogni di tempi assistenziali siano calibrati sugli effettivi posti letto accreditati e negoziati e che, in particolare, gli stessi siano esclusivamente riferiti ai soli profili professionali previsti, a garanzia della effettiva assistenza erogata senza eventuali commistioni o sommatorie con altre figure e ruoli che, benché presenti in struttura, non sono destinati all’assistenza diretta”.