Francavilla al Mare. “Esprimo il rammarico, mio e delle donne degli stati generali di tutte le regioni italiane, per la vicenda del Consultorio familiare della nostra città.
In questo tempo di dopo lockdown, come sappiamo, si sono acuiti le problematiche in seno alle famiglie, con il manifestarsi in modo evidente di forme di fragilità, insicurezze e violenze psicologiche, economiche e fisiche.
Molte donne sono state costrette a licenziarsi per far fronte al cosiddetto “lavoro di cura” per potersi occupare dei figli e della loro istruzione e degli anziani costretti all’ isolamento; inevitabilmente oggi i vari problemi si riversano sull’intera famiglia.
Noi donne dell’associazione stati generali, a livello nazionale, da sempre ma in particolare durante l’isolamento, siamo state impegnate nel rilevare e monitorare le problematiche emergenti ed attente all’evolvere delle varie situazioni vissute dalle donne nei vari campi: dal lavoro all’occupazione, dall’istruzione ai servizi sul territorio e stiamo chiedendo con insistenza e convinzione l’attivazione di nuovi servizi territoriali, oltre che al ripristino di quelli già esistenti.
Sembra inverosimile quanto sta accadendo a Francavilla al Mare e cioè che venga “tolto” un servizio sanitario, pubblico e gratuito rivolto alla salute della donna e al benessere della famiglia.
Riteniamo essenziale la riapertura del Consultorio come presidio fondamentale della medicina di base e del territorio e chiediamo che tale servizio non solo sia riattivato ma venga implementato in modo che rimanga punto di riferimento sul territorio per donne e famiglie”. Si legge così in una nota di Pina Rosato, vicepresidente dell’associazione Stati generali delle Donne Hub.