Atessa. L’investimento della Asl, della Regione Abruzzo e di un generoso gruppo di imprenditori sul “San Camillo” di Atessa, trasformato in Covid Hospital durante la fase più complessa della pandemia, dopo aver supportato gli ospedali “Hub” di Chieti e Vasto, dà ora i suoi frutti a vantaggio dei cittadini del territorio e di tutti gli abruzzesi.
La Direzione strategica della Asl Lanciano Vasto Chieti ha infatti deliberato la ripresa delle attività di ricovero ordinario e urgente presso l’area medica, di ricovero programmato in riabilitazione, di chirurgia in day surgery, del pronto soccorso con i servizi collegati, comprese radiologia e farmacia, e delle attività ambulatoriali specialistiche.
«Gli utenti saranno accolti in una struttura riorganizzata – sottolinea il direttore generale Asl, Thomas Schael – e rinnovata in seguito ai lavori di manutenzione, rifacimento e all’acquisto di nuove attrezzature all’avanguardia, grazie anche al sostegno di imprenditori che subito hanno colto l’importanza per il territorio di questo progetto e alla generosità di tanti cittadini e delle loro donazioni. E’ un investimento che farà la storia dell’ospedale di Atessa».
La Asl ha come obiettivo l’ulteriore potenziamento della struttura che, anche nel documento di programmazione della rete ospedaliera trasmesso lo scorso novembre 2019 al Ministero della Salute, è stato classificato dalla Regione Abruzzo come Presidio ospedaliero di area disagiata.
La stessa Regione, con un provvedimento a firma dell’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, e del direttore del relativo Dipartimento, Claudio D’Amario, ha inoltre accolto la proposta della Asl di dotare il “San Camillo” di 42 posti letto di riabilitazione cardio-polmonare per pazienti Covid, guariti, ma che necessitano di assistenza riabilitativa. «Il virus – spiega infatti il direttore sanitario aziendale, Angelo Muraglia – non si limita ad aggredire l’apparato respiratorio, ma scatena una risposta infiammatoria immunitaria che può diventare sistemica e interessare molti organi del corpo. A prendersi carico dei pazienti, provenienti dunque da tutto l’Abruzzo, saranno i medici internisti del presidio in sinergia con altri specialisti della rete ospedaliera aziendale e convenzionati, a cominciare da infettivologi, pneumologi, neurologi, psichiatri, nefrologi e cardiologi».
Nel dettaglio saranno riattivati 20 posti letto di medicina interna che faranno riferimento al Dipartimento medico diretto da Francesco Cipollone: se necessario la struttura ha una potenzialità immediata di ulteriori 22 posti letto. Torneranno ad Atessa 16 posti letto (con la possibilità di attivarne altri in area medica) a disposizione dell’unità operativa di Riabilitazione, diretta da Angelo D’Annibale e già attiva in precedenza nella struttura, provvisoriamente trasferiti a Ortona durante la fase epidemica. Proseguirà inoltre l’esperienza del reparto a conduzione infermieristica per le cure intermedie, che ottimi risultati ha dato per la continuità delle cure dei pazienti con Covid-19, gestito direttamente dagli infermieri sotto la responsabilità del Dipartimento medico.
In sinergia con il Pronto soccorso, già dalla scorsa settimana la Diagnostica per immagini ha riaperto le attività per i pazienti esterni, anche grazie alla modernissima Tac e a due nuovi ecografi. Riaprirà la farmacia e ripartiranno le attività ambulatoriali specialistiche di cardiologia, geriatria, neurologia, ortopedia, chirurgia ed endoscopia digestiva, reumatologia e diabetologia.
Alla luce delle criticità riscontrate nei locali del Poliambulatorio, sono stati previsti interventi per collocare al piano terra il Pronto soccorso, con doppio filtro e la previsione di un doppio accesso, anche per garantire un percorso separato per eventuali pazienti con Covid-19. Al piano primo saranno individuati gli spazi per le attività ambulatoriali. Sarà infine predisposto un progetto per ridefinire gli spazi al secondo piano da destinare all’Endoscopia digestiva.