Rimborsi Irpef per falsi redditi, 5 truffe sul “bonus cultura”

L’identità digitale di cinque neo maggiorenni è stata sottratta con la promessa di “monetizzare” parte del bonus“18app”. Finte dichiarazioni dei redditi scoperte dalla Guardia di Finanza.

Una nuova truffa è stata scoperta tramite controlli fiscali, dall’Agenzia delle Entrate. Il raggiro è stato messo in atto ai danni di cinque neo maggiorenni a cui sono state sottratte le identità digitali che sono stato poi utilizzate, nella compilazione di di finte dichiarazioni dei redditi, per ottenere rimborsi Irpef non dovuti, mascherando il tutto da tentativo di “monetizzazione” del bonus “18 app”.

Cinque neo maggiorenni truffati nella zona di Lanciano
Cinque neo maggiorenni truffati nella zona di Lanciano abruzzo.cityrumors.it

A scoprire la truffa sono stati gli uomini della Guardia di Finanza che hanno individuato i cinque giovanissimi le cui identità digitali sono state compromesse, tutti della zona frentana o zone vicine. La truffa consisteva nell’attirare con l’inganno i giovani a voler convertire in soldi costanti, una parte di quelli concessi tramite il cosiddetto “bonus cultura” erogato dal Governo, pratica anch’essa illecita.

La truffa del 18app, cinque ragazzi raggirati

A Lanciano in provincia di Chieti, e in alcune zone vicine, cinque ragazzi neo maggiorenni sono diventati ignare vittime di una truffa. I cinque ragazzi infatti, allettati dal fatto di poter convertire in denaro costante, la somma disponibile sotto forma di bonus cultura “18app”. I ragazzi si sono quindi fidati e hanno fornito copia del proprio documento d’identità e del codice fiscale, necessari nella creazione dello Spid (sistema pubblico di identità digitale).

Giovani allettati dalla "monetizzazione" del bonus cultura
Giovani allettati dalla “monetizzazione” del bonus cultura abruzzo.cityrumors.it

Tutta l’operazione, già di per sé illecita, si è rivelata una truffa ai danni dei ragazzi. Qualche mese dopo infatti, i giovani si sono visti recapitare dall’Agenzia delle entrate cartelle esattoriali relativamente a falsi crediti, non riconducibili ad alcun tipo di attività lavorativa dei ragazzi. I dati erano stati usati, evidentemente, per altri scopi. 

Una volta accertata la falsità dei crediti, l’Agenzia delle Entrate è tornata a chiedere indietro le somme, alcune migliaia di euro da rimborsi Irpef non dovuti. Solo a quel punto, i ragazzi hanno potuto presentare la denuncia. La somma dovuta non supera comunque i 4.000,00 euro, somma dopo la quale scatta il controllo preventivo del fisco.

A occuparsi delle indagini, la Guardia di Finanza nelle persone del colonnello Michele Iadarola, e dal capitano Domenico Siravo, della compagnia di Lanciano che hanno portato a scovare il responsabile della truffa, residente nel napoletano, con un elemento di collegamento residente in un paese della provincia di Chieti.

Le ipotesi di reato sono di sostituzione di persona e truffa aggravata ai danni dello Stato. Il colonnello Ladarola ha dichiarato:”I ragazzi hanno commesso una leggerezza, questi casi dimostrano che bisogna fare molta attenzione a chi e a quali finalità si affida la propria identità digitale”.

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