Ecco i motivi del ricorso contro le colate di cemento sulla costa dei Trabocchi
Ortona. “Il nuovo Piano regolatore generale del Comune di Ortona prevede vere e proprie colate di cemento sulla costa dei trabocchi, addirittura proprio davanti alle riserve naturali dei Ripari di Giobbe e dell’Acquabella e lungo la fascia costiera tra lido Riccio e fiume Foro al confine con Francavilla; per questo abbiamo depositato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale chiedendo che venga annullato” così il Coordinamento Tutela delle Vie Verdi d’Abruzzo e le associazioni Stazione Ornitologica Abruzzese, Lega Italiana Protezione Uccelli e Gruppo di Intervento Giuridico hanno riassunto le motivazioni generali che hanno spinto a depositare il primo settembre scorso un ricorso al TAR Abruzzo sezione di Pescara per chiedere l’azzeramento del nuovo Piano Regolatore Generale di Ortona, pubblicato sul BURA il primo giugno scorso.
Le associazioni ricordano di aver presentato durante l’iter di approvazione numerose osservazioni alla Valutazione Ambientale Strategica cercando un’interlocuzione con l’amministrazione per farle cambiare rotta rispetto a un piano dai contenuti anacronistici, fondato sull’espansione delle aree urbanizzate a discapito della riqualificazione del centro storico, della costa tra lido Riccio e Postilli e di aree agricole di grande pregio paesaggistico. Non è servito a nulla.
Il nuovo strumento urbanistico, firmato dall’architetto Roberto Mascarucci, consente oltre 50 ettari di nuova cementificazione, pari a circa 70 campi da calcio, fondando le scelte su un’irrealistica previsione di aumento di 1/3 della popolazione (da 23.000 a 34.000 abitanti) quando la stessa sta calando ormai da alcuni anni. Nonostante l’innalzamento del livello del mare a causa della crisi climatica il Piano prevede numerosi interventi lungo la costa nord tra Lido Riccio e foce Foro al confine con Francavilla: una scelta del tutto miope visto che si renderebbe ancora più vulnerabile un litorale già colpito dall’erosione.
Invece di puntare sulla riqualificazione del vasto centro storico sono state previste vaste aree destinate a nuovi edifici con centinaia di migliaia di mc di cemento proprio tra gli oliveti davanti alle due riserve naturali dell’Acquabella e dei Ripari di Giobbe. Già oggi ISPRA calcola che a Ortona il consumo di suolo, cioè la copertura con edifici, fabbriche, strade, è pari al 12,3% del territorio comunale, ben oltre la media nazionale del 7% e una regionale del 5%.
Il ricorso, presentato dagli avvocati Herbert Simone e Michele Pezone, si fonda su sei motivi principali:
1)incoerenza delle nuove previsioni edificatorie rispetto ai dati di fatto concernenti l’andamento della popolazione, attualmente in diminuzione e ai dati ISPRA sul consumo di suolo. Il sacrificio ambientale e paesaggistico di vaste aree sull’altare del cemento non ha alcuna possibile spiegazione logica in termini di corretta gestione di un territorio fragile e al contempo di pregio;
2)violazione della normativa sulla Valutazione Ambientale Strategica, in quanto le osservazioni delle associazioni tese a dimostrare l’inutilità delle aree di espansione e l’impatto gravissimo sulle matrici ambientali già oggi sotto stress a causa di traffico, mancata depurazione delle acque, consumo di suolo e innalzamento del livello marino a causa dei cambiamenti climatici non sono state controdedotte, neanche per gruppi;
Il Coordinamento e le tre associazioni continueranno a contrastare decisioni che peggiorano un’antropizzazione costiera che già oggi in Abruzzo è totalmente insostenibile, alla faccia delle tante chiacchiere e slogan che ascoltiamo ogni giorno sulla necessità di salvaguardare natura e paesaggio.