Ortona, il Giudice del Lavoro conferma il licenziamento dell’ex comandante della Polizia Municipale

Ortona. Il Tribunale di Chieti sezione Lavoro nell’udienza dello scorso 29 marzo ha dato ragione al Comune di Ortona contro il ricorso proposto da Alessandro Poeta, ex comandante della Polizia municipale, nei confronti del provvedimento di licenziamento del 16 settembre 2016.

 Il Giudice del lavoro dottoressa Ilaria Prozzo ha infatti riconosciuto le ragioni del Comune difeso dagli avvocati Valerio Speziale e Stefania Cespa, rigettando il ricorso dell’ex comandante Poeta che aveva contestato l’illegittimità del licenziamento “per insussistenza dei fatti contestati e per violazione del criterio della proporzionalità”, chiedendo la condanna del Comune alla reintegrazione nel posto di lavoro e al risarcimento del danno.

 Il provvedimento faceva seguito alle vicende legate alla gestione dei proventi dei parcheggi a pagamento che a seguito di due delibere del 2015 (nn. 95 e 230) l’allora amministrazione decise di riportare nelle attività comunali con una gestione diretta. Il giudice del lavoro nella sua ricostruzione ha evidenziato come nella gestione diretta delle strisce blu cittadine si sia occupato in via esclusiva l’ex comandate Poeta e dunque l’ammanco riscontrato di euro 55mila e 931, sia dovuto sostanzialmente alla sua “condotta gravemente negligente, sia per non aver emesso gli atti di accertamento delle entrate, che per aver omesso il versamento delle somme presso la tesoreria comunale”.

 Dai riscontri documentali e dalle testimonianze, puntualizza il giudice del lavoro, risulta acclarato che dello svuotamento dei parcometri si occupava solo Poeta e nessun malfunzionamento degli stessi è mai stato segnalato così come «è assolutamente non credibile che qualcuno si sia introdotto nella stanza del comandante e abbia sottratto monete per oltre 50mila euro». Inoltre è stato lo stesso comandante che prima dell’avvio degli accertamenti, aveva confessato l’ammanco finanziario ai revisori contabili del Comune giustificandolo in parte per il pagamento di fatture relative a mezzi di Polizia municipale. Una confessione stragiudiziale che legalmente costituisce una prova evidente dell’appropriazione delle somme da parte dell’ex comandante Poeta.

 I fatti appurati quindi, costituiscono secondo il giudice, una grave violazione degli obblighi gravanti sul lavoratore e la mancanza del vincolo fiduciario necessario per determinate mansioni di responsabilità nel pubblico impiego dà motivo alla legittimità del licenziamento, anche sotto il profilo della proporzionalità della sanzione rispetto ai fatti accertati. Al rigetto del ricorso si associa la condanna del ricorrente al rimborso in favore del Comune delle spese processuali.

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