Chieti. Il Comune di Furci ha depositato nei giorni scorsi un nuovo ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per l’annullamento dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Regione Abruzzo alla società Vallecena S.r.l. lo scorso 5 marzo 2020 per la costruzione di una nuova discarica da 150.000 mc nel territorio comunale, in un’area di grande importanza per l’agricoltura.
Si tratta dell’ennesimo impianto che si vorrebbe realizzare nel vastese dopo quello della quarta vasca proposto dalla Cupello Ambiente nell’area limitrofa alle tre discariche del Civeta, progetti a cui si è sempre opposto il Comitato per la Difesa del Comprensorio Vastese, il Forum H2O, la Stazione Ornitologica Abruzzese e diversi comuni (la “quarta vasca” è stata bocciata in see di V.I.A. e ora vi è un ricorso al TAR della società).
I tentativi per realizzare una discarica in località Cicella nel Comune di Furci vanno avanti dal 2005, prima con un progetto per la realizzazione di un invaso per lo smaltimento di rifiuti pericolosi, istanza poi decaduta nel 2016, e poi con l’intervento approvato definitivamente dal Servizio Rifiuti della Regione Abruzzo destinato a rifiuti non pericolosi. Quest’ultimo, infatti, ha improvvidamente rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale facendo passare il nuovo progetto come una variante di quello vecchio, in una sorta di reviviscenza di una proposta ormai non più percorribile che ha permesso di mantenere artificialmente e illegittimamente in vita un parere V.I.A. di ben 8 anni fa rilasciato appunto sul primo progetto.
Dichiara il sindaco di Furci Angelo Marchione “La mia amministrazione comunale, assieme a quelle di decine di comuni del nostro comprensorio, che ringrazio, si è sempre schierata contro questo progetto che riteniamo dannoso per lo sviluppo economico di un territorio di grande pregio dal punto di vista dell’agricoltura. Abbiamo anche depositato uno studio epidemiologico che rileva una situazione di criticità importante per la salute della popolazione: per questo abbiamo rilasciato un parere sanitario negativo. Ci pare disdicevole che il dirigente della Regione Gerardini, laureato in scienze geologiche, davanti ad uno studio di un medico, professore universitario, si sia permesso di ritenere a suo giudizio come insufficiente tale indagine e quindi superabile. Il Servizio Gestione Rifiuti della Regione inoltre ha ritenuto di non prendere neanche in considerazione la richiesta della Soprintendenza di esprimersi in merito alla presenza di un tratturo nell’area della discarica. Altre criticità ribadite anche in conferenza dei servizi dal Comitato civico per la difesa del Comprensorio vastese non vengono valutate e si autorizza una discarica con un parere dell’ARTA che certifica la presenza di una falda nell’area, come ben sanno gli agricoltori del luogo. Su quali basi? Terremo duro fino in fondo per difendere, assieme a cittadini, comitati e associazioni, il bene comune. “
Dichiara l’Avv. Herbert Simone, che ha curato il ricorso “Quest’ultimo ricorso segue quelli che abbiamo già depositato contro la serie di decisioni favorevoli all’azienda prese dalla Regione Abruzzo con un percorso amministrativo assolutamente non lineare. Tra i principali motivi di opposizione quello relativo al fatto che hanno considerato l’ultimo progetto come una variante di quello che ebbe il parere favorevole nel lontano 2012, un progetto completamente diverso che peraltro non ebbe mai un’approvazione definitiva. Una sorta di araba fenice amministrativa che a nostro avviso, assieme a tante altre motivazioni, mina in radice la legittimità del provvedimento”.
Dichiara Augusto De Sanctis, del Forum H2O “La Regione non ha considerato adeguatamente il cosiddetto effetto cumulo con il polo del Civeta con le sue tre discariche che è a poche centinaia di metri e che presenta numerose e annose criticità ancora irrisolte. Inoltre vi è anche una questione di democrazia: se tutti i sindaci espressione del territorio si muovono compatti ritenendo l’intervento pregiudizievole per il futuro delle loro comunità, la Valutazione di Impatto Ambientale ne deve tener conto come prevede una bella sentenza della Corte Costituzionale. Inoltre la Regione e in particolare i servizi VIA e Rifiuti, hanno dato parere favorevole quando non riescono a gestire i progetti già approvati e realizzati, non riuscendo neanche a fare le verifiche di ottemperanza alle prescrizioni impartite che sono obbligatorie per legge. Un fatto gravissimo su cui stiamo intervenendo su più fronti. Figurarsi se possono permettersi di autorizzare altri impianti”.