Chieti. L’annullamento stabilito dal TAR di Pescara (sentenza n° 69/2019 pubblicata il 7 marzo scorso) della Conferenza di Servizi del Comune di Cepagatti sulla cui base erano stati avviati, secondo le associazioni senza alcun titolo legittimo, i lavori per la costruzione del cosiddetto Megalò 2 comporta una sola inevitabile conseguenza: quello che è stato realizzato senza autorizzazione va ora abbattuto. Lo hanno chiesto a gran voce questa mattina in una conferenza stampa congiunta i rappresentanti di WWF, Confcommercio, Confesercenti e CNA.
“I lavori li ha valutati il Tar – ha spiegato l’avvocato Francesco Paolo Febbo – ritenendo che quella Conferenza di Servizi promossa e proposta dal Comune di Cepagatti non è valida e quindi tutto quello che ne è conseguito, cioè la voltura e la proroga di validità dei permessi originariamente rilasciati sono venuti meno e pertanto quelle opere sono abusive, quindi conseguentemente devono essere demolite. A ciò dovranno provvedere le autorità di vigilanza sul territorio che sono chiaramente i Comuni di Cepagatti e di Chieti. La pronuncia del Tar ovviamente, poiché è incentrata sulla violazione di Legge, quindi sul non rispetto di una Legge, apre anche scenari diversi e probabilmente anche responsabilità sotto altri profili, ovviamente dovranno essere valutate dalle autorità competenti. In altre parole dovrà essere valutato se questo comportamento di non rispetto delle Leggi possa avere o meno avvantaggiato o svantaggiato qualcuno o favorito altri e se questo comportamento ha in ogni caso determinato dei costi di gestione delle attività che possano essere fonte di danno contabile e non cadere ancora una volta a carico dei cittadini che rimandando sempre alle istituzioni per il rispetto della Legge”.
Un breve riepilogo della vicenda aiuterà a ricostruire l’andamento dei fatti: il progetto noto come Megalò 2 aveva ottenuto dal Comitato di Valutazione Impatto Ambientale un giudizio (1925/2012) favorevole con prescrizioni. Tra queste anche l’obbligo di ottenere il parere favorevole dell’Autorità di Bacino (AdB), concesso nell’ottobre 2012, sospeso nel maggio 2013 e poi annullato in autotutela (27/11/2013) per inosservanza delle prescrizioni date dalla stessa AdB. Tutto questo pochi giorni prima della piccola alluvione che, a inizio dicembre 2013, indusse il sindaco di Chieti a ordinare la chiusura del centro commerciale esistente per tutelare la sicurezza pubblica. Poco dopo (determinazione 48 del 12.12.2013) l’Autorità di Bacino ha espresso un definitivo parere negativo sull’intervento in questione. Avrebbe dovuto essere una pietra tombale su edifici progettati a ridosso di un fiume. Ancor più perché il Comitato V.I.A. (giudizio 2775 del 23/3/2017 confermato dal giudizio 2854 del 21/12/2017) ha respinto l’istanza di proroga presentata dalla ditta, tra l’altro, per la “constatata inadempienza delle prescrizioni del parere 1925/2012” e per la “intervenuta e sostanziale modificazione delle condizioni ambientali, infrastrutturali e socio economiche del contesto territoriale interessato”. Per inciso va pure ricordato che la revoca del 16/2/2018 della cessazione dei lavori disposta dal Genio Civile il 17/1/2014 non ha di per sé alcun valore autorizzativo perché il Genio Civile non può certamente assumere competenze che non gli competono.
La SILE Costruzioni aveva presentato ricorso contro il giudizio V.I.A. 2775/2017 ma ha prima rinunciato alla richiesta di sospensiva inizialmente presentata e ha quindi, nell’udienza pubblica dell’8 febbraio scorso (presenti per le associazioni con l’avv. Febbo anche Nicoletta Di Francesco del WWF e Marina De Marco di Confesercenti), chiesto attraverso i suoi avvocati la non definizione della impugnazione. La bocciatura rimane dunque pienamente valida e in vigore, come da sempre sostenuto dalle associazioni che sulla Conferenza di Servizi indetta dal Comune di Cepagatti avevano anche presentato esposti alla magistratura penale.
Il TAR ha ribadito, tra l’altro che, come recita la sentenza: “La Conferenza di Servizi, quale mero modulo procedimentale, non può di certo mutare l’assetto delle competenze in seno alle singole amministrazioni. E ha anche sottolineato che La assenza dell’Autorità competente in materia di rilascio della VIA nella specie doveva essere riscontrata dalla Conferenza di Servizi che illegittimamente ed arbitrariamente ha del tutto pretermesso la circostanza che la VIA originaria era stato oggetto di un diniego di proroga impugnato in sede giurisdizionale e non sospeso, arrogandosi di compiere valutazioni che non potevano prescindere dal concorso della partecipazione ‘necessaria’ dell’organo amministrativo competente e specializzato, nonché dall’esito della fase giurisdizionale pendente”.
“Innanzitutto è una sentenza molto importante – ha sottolineato la presidente del WWF Chieti-Pescara, Nicoletta Di Francesco – perché ha messo in evidenza come la Conferenza dei Servizi del Comune di Cepagatti sia in realtà non valida, appunto mancavano i presupposti necessari, mancava la Regione che in realtà si è espressa precedentemente proprio inviando una lettera al Comune di Cepagatti mettendo in evidenza che il Comitato VIA si era espresso e non c’era alcuna validità in quanto il progetto del 2012 era ormai scaduto. Siamo diverse associazioni perché oltre al WWF, sostenuto dall’avvocato, abbiamo anche le categorie (Confcommercio, CNA e Confcommercio), questo significa che siamo uniti nella lotta e che vogliamo che si riporti alla legalità tutto quello che è stato costruito che secondo noi va abbattuto. Questo progetto rappresenta un danno sia naturalistico che economico-commerciale che non si manifesta soltanto nella mancanza di negozi in città che ormai stanno sempre più diminuendo, ma la vita sociale stessa, come espresso dal giudizio del Comitato VIA, quindi le condizioni socio-econimiche sono mutate. Però c’è anche il danno economico che i cittadini non possono sostenere che deve ricadere su chi ha agito senza tener conto del fatto che non era possibile costruire. Quindi il danno economico deve essere sostenuto da chi malauguratamente ha portato avanti la Conferenza di Servizi, chi ha partecipato e non doveva assolutamente arrogarsi, come espresso dal TAR, il potere di superare il Comitato VIA”.
“Le associazioni chiedono di riportare l’attenzione sull’effettiva problematica, cioè quella del centro storico – ha affermato Marina De Marco, presidente comunale di Confesercenti Chieti – l’arroganza, la prepotenza con la quale la proprietà della costruzione di Megalò 2, la Sile, ha continuato a costruire in spregio anche al parere negativo del Comitato VIA e con una Conferenza di Servizi del Comune di Cepagatti viziata, non sono io a dirlo, ma è la sentenza del TAR, idostra che le parole dette dalla proprietà sono inattendibili, i posti di lavoro paventati sono discutibili. Dispiace perché tante persone credono in queste pre offerte, ma non ci rendiamo conto di quello che può andare a perdere tutto il resto della città: la costruzione di un polo di quel genere, di quella dimensione porterebbe ulteriore impoverimento in tutta la zona, porterebbe quindi alla perdita di posti di lavoro in tutto il bacino perché alla fine l’utenza è quella, quindi se non si va da una parte si va dall’altra. Io quindi chiedo fortemente al Comune di pensare a portare all’attenzione all’economia cittadina, a studiare interventi sulla città, la TARI di cui di paventa un aumento, io fortemente mi aspetterei un’attenzione su questo e iniziative per riportare gente nel centro storico, riportare residenzialità e la gestione del comune stesso. Dalla Regione ci aspettiamo invece una continuità su questo proponimento con lo stop di moratoria sulla costruzione di nuovi centri commerciali”.
“Una battaglia l’abbiamo vinta, non ancora abbiamo vinto la guerra – ha dichiarato la presidente di Confcommercio Chieti, Marisa Tiberio – e quando si vincono queste battaglie si evince sempre il lavoro che c’è dietro. Le nostre tre sigle, non c’è stato l’apporto di altre associazioni di categoria, sono state vicine a WWF fin dalle prime battute. Anche io come presidente di Confcommercio sono stata redarguita nell’usare certi termini, che stavo danneggiando l’immagine di un centro commerciale già esistente, ma io ho sempre creduto in questa battaglia, altrimenti non dovremmo credere nella giustizia. Noi non abbiamo combattuto contro un centro commerciale in quanto tale, abbiamo combattuto contro una cosa illegale, illecita, non abbiamo accettato di subire lo strapotere dei forti poteri economici, perché è di questo che si sta parlando. Ci dispiace quando veniamo additati di voler far perdere i posti di lavoro alla città, sappiamo benissimo che è un argomento di vendita della direzione di quel centro commerciale, comunque della struttura, quella di vedere questa struttura con 400 posti di lavoro, poi sappiamo che non è così. La nostra città non ha bisogno di altri centri commerciali, quindi quando noi ci riferiamo anche alla politica è perché queste sono scelte politiche scellerate che hanno danneggiato la nostra città e il nostro centro storico, anche se la desertificazione commerciale è un problema ormai di tutta Italia. La proposta è di ricostruire il tessuto commerciale con il turismo e la cultura perché ormai il commercio è inteso come cultura e non possono essere separati ed è per questo che come Confcommercio mi sono rallegrata del fatto che la nuova giovernance regionale abbia accorpato queste tre competenze con un assessore che finalmente esce da Chieti e siamo fiduciosi che da questa battaglia vinta ne potremo vincere anche delle altre”.