Le temperature aumentano e attraverso i fiumi riversiamo in mare fertilizzanti e tensioattivi
Chieti. Il 2020 si è concluso, proprio nell’ultimo giorno dell’anno, con la segnalazione della presenza di una persistente schiuma bianca sulla riva del mare e sulla spiaggia, a Francavilla al Mare e in altre località. Tranquillizziamo, per quanto possibile, i cittadini allarmati che si sono rivolti anche a noi: gli studi su questo fenomeno, che non sta riguardano la sola costa abruzzese, condotti da diverse Agenzie Regionali per la Tutela dell’Ambiente, assicurano che si tratta di un evento naturale.
L’apporto, attraverso le acque dei fiumi e dei fossi che arrivano al mare, di sali di azoto e fosforo, nutrienti per le fioriture algali, determinano infatti una aumentata riproduzione di macro e micro alghe e la loro decomposizione porta a sua volta un aumento di sostanza organica che agisce da stabilizzante della schiuma del moto ondoso, soprattutto quando si è in presenza di barriere frangiflutti. Il risultato è la formazione di una schiuma persistente anche sulla battigia.
Questa la spiegazione del fenomeno, di per sé non preoccupante. C’è tuttavia da notare che l’eccessiva presenza di nutrienti in mare è fortemente legata alle attività che si svolgono nell’entroterra: coltivazioni agricole con massiccio ricorso a fertilizzanti, eccessivo impiego di tensioattivi (tra l’altro i detersivi per uso domestico), acque non depurate… Non possiamo dunque accontentarci di quanto ci illustrano i tecnici delle ARPA (in Abruzzo ARTA); dobbiamo andare oltre e chiedere ai decisori politici e a noi stessi, ciascuno per le proprie competenze, di mettere in atto comportamenti virtuosi innanzitutto per risanare i nostri fiumi affinché possano raggiungere lo stato ecologico buono come previsto dalle norme europee. Per farlo occorre avere depuratori ben gestiti e funzionanti e un rigoroso controllo degli scarichi in mare ma anche ridurre l’uso di concimi nelle campagne e attuare stili di vita consoni alle esigenze di un ambiente che dev’essere sano per consentirci quella vita in armonia con la natura che sola può difenderci dal degrado e dalle pandemie, come stiamo faticosamente imparando in questi mesi difficili. Tutti dobbiamo fare qualcosa, la Regione prima degli altri, attraverso interventi diretti e opportune campagne di informazione.
Va aggiunta infine una riflessione: questi eventi si verificano di solito nelle stagioni più calde mentre l’episodio che ci è stato segnalato ieri è accaduto nel pieno del periodo invernale. L’ennesimo chiaro segnale del riscaldamento globale in atto, che dovrebbe indurci ad agire finalmente in fretta.