“Non abbiamo mai visto frustate sulla schiena con la corona del rosario, né don Andrè ci ha mai imposto ferree regole. C’era assoluta libertà di ognuno di fare penitenza sia strisciando con le ginocchia a terra o baciare il pavimento come devozione penitenziale. Era una buona guida spirituale”.
Oggi al tribunale di Lanciano è stata chiusa la fase istruttoria, con l’audizione di sette testi della difesa, che hanno contraddetto le accuse di violenza privata aggravata, lesioni personali, violazione di domicilio, ingiurie, minacce e molestie telefoniche a una decina di ex adepti della Legio Sacrorum Cordium, associazione da lui fondata nella parrocchia di Sant’gostino a Lanciano e non riconosciuta dalla Curia.
Per la procura don Andrè Luiz Facchini attraverso le sue imposizioni avrebbe cagionato la destabilizzazione della loro psiche, finendo sotto cura. La fase dibattimentale, e forse la sentenza, è stata fissata dal giudice Andrea Belli al prossimo 18 luglio. Il presbitero è anche parte offesa per le lesioni ricevute da due fratelli il 28 ottobre 2011, uno di loro era un ex associato alla Legio, che lo avrebbero aggredito alle 2.30 di notte vicino alla loro abitazione dove don Andrè si era recato.
Dopo l’apertura dell’indagine don Andrè è tornato in Brasile e lo scorso dicembre è stato trovato nella sua città natale Umuarama da una troupe della trasmissione televisiva ‘Le Iene’.