Lanciano. Un operaio di 37 anni è morto a Lanciano in un incidente avvenuto in un cantiere edile allestito per i lavori di realizzazione di un gasdotto.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo, di origini siciliane, sarebbe sceso in uno scavo per effettuare alcuni controlli quando è stato travolto da una massa di terra di una parete che ha ceduto.
Al momento sul posto, località Torre Marino, si trovano la Polizia, titolare delle indagini, i Vigili del Fuoco e personale dell’ispettorato del lavoro della Asl. La Procura di Lanciano ha aperto un’inchiesta.
“Nella mattina è avvenuto l’ennesimo decesso di un lavoratore. E’ accaduto a Lanciano dove un giovane lavoratore, in un cantiere per la costruzione di un metanodotto, è rimasto sepolto vivo all’interno dello scavo predisposto per la collocazione dei tubi”.
Lo ha dichiarato Fabio Cocco, Responsabile USB Lavoro Privato Abruzzo, spiegando che “l’USB denuncia da anni la mancanza di controlli adeguati e preventivi nei luoghi di lavoro ma i governi, a parte qualche proclama, non hanno fatto nulla per fermare la strage che continua. E’ ora di lasciare da parte i proclami e le buone intenzioni per passare ad un’azione incisiva: potenziamento reale degli organi di controllo, controlli preventivi nei luoghi di lavoro, sopralluoghi dei cantieri prima del loro avvio ed intermedi durante esecuzione dei lavori, blocco dei cantieri e delle aziende che violano le norme, rafforzamento della figura del Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza (RLS) e soprattutto introdurre nella legislazione il reato di omicidio sul lavoro. In Abruzzo i morti sul lavoro nel 2021 sono aumentati del 25% rispetto al 2020 e colloca la regione tra quelle più ad alto rischio, quindi la politica regionale ne prenda finalmente atto ed agisca in fretta”.
“I morti da lavoro non sono casuali e sono da ricondurre alla logica dello sfruttamento, del profitto a tutti costi a scapito anche della sicurezza ed al sistema degli appalti da rivedere completamente”, conclude Cocco.