Chieti. Si avvicina il weekend dedicato alla campagna di comunicazione nazionale sui rischi naturali che interessano il nostro Paese. Nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 ottobre, oltre 5.000 volontari e volontarie di protezione civile allestiranno punti informativi “Io non rischio” in 850 piazze italiane per sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico, sul rischio alluvione e sul maremoto.
Quest’anno la campagna “Io non rischio”, giunta alla nona edizione, aprirà la prima “Settimana nazionale della protezione civile”, 7 giorni di eventi ed iniziative a livello nazionale e locale in cui i cittadini italiani potranno conoscere più da vicino il Servizio nazionale della protezione civile. Domenica 13, giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali dichiarata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, sarà proprio il Capo Dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli a dare ufficialmente il via alla Settimana visitando alcune piazze della campagna “Io non rischio”.
Come sempre protagonisti dell’iniziativa sono i volontari e le volontarie di protezione civile appartenenti a 750 organizzazioni di volontariato, nonché a gruppi comunali e associazioni locali di tutte le regioni d’Italia.
Sabato 12 e domenica 13 ottobre, a Chieti, in piazza G.B.Vico, dalle ore 9.00 alle ore 18.00, in contemporanea con altre città italiane, i volontari del NUCLEO OPERATIVO TEATE e dell’ASSOCIAZIONE CIVES allestiranno un punto informativo per illustrare le pratiche corrette che ognuno è chiamato a fare per ridurre i rischi da catastrofi naturali e, in particolare, sensibilizzare i cittadini sul rischio sismico e sul maremoto.
“Io non rischio” – campagna nata nel 2011 per sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico – è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile con Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Reluis-Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica. L’inserimento del rischio maremoto e del rischio alluvione ha visto il coinvolgimento di Ispra-Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ogs-Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, AiPo-Agenzia Interregionale per il fiume Po, Arpa Emilia-Romagna, Autorità di Bacino del fiume Arno, CamiLab-Università della Calabria, Fondazione Cima e Irpi-Istituto di ricerca per la Protezione idro-geologica.