Chieti. ” ‘Indice di Rischio non accettabile dalla falda acquifera per l’uomo in un raggio di 1000 m’ dalla ex conceria CAP a Chieti scalo. Questo passaggio drammatico, assieme alle parole inequivocabili della ASL circa gli impatti sanitari nei siti contaminati e i rischi concreti per i cittadini, è contenuto in un verbale del 14 maggio 2018 del Gruppo di Lavoro sul Sito Regionale di Bonifiche di Chieti scalo”.
Si legge così in una nota del Forum H2O, che prosegue: “Peccato che lo studio a cui si riferisce la Dr.ssa Luchetti dell’ARTA, relativo all’inquinamento da sostanze pericolose come Tricloroetilene e Dicloroetilene, sia del 2006! Vorremmo capire cosa è stato fatto finora di concreto, a parte qualche ordinanza e qualche tabella messa per strada, per evitare l’esposizione dei cittadini a sostanze così rischiose.
Come Forum H2O esprimiamo tutta la nostra preoccupazione sia per i dati che piano piano emergono dai cassetti degli enti sia per i ritardi del tutto inaccettabili che riguardano le procedure di bonifica di questo sito.
Non è possibile questo stillicidio di informazioni, spesso divulgate solo grazie alla stampa, peraltro dal contenuto gravissimo, quando dal 2005 esiste un Decreto, il D.lgs.195/2005, che impone agli enti di pubblicare tutti i dati ambientali in loro possesso, anche se prodotti da altri enti.
L’ARTA e la Regione Abruzzo, che ha perimetrato il sito, devono garantire un flusso di informazioni costante verso i cittadini. Il Comune di Chieti deve aggiornare costantemente il sito pubblicando tutte le relazioni in suo possesso.
È altrettanto inaccettabile venire a conoscenza delle difficoltà nell’individuazione da parte della Provincia di Chieti dei soggetti responsabili dell’inquinamento che dovrebbero attuare le bonifiche come previsto dal principio “chi inquina paga”.
Insomma, serve uno scatto in avanti per assicurare il risanamento in un territorio che versa in uno stato ambientale estremamente degradato”.