“E intanto la politica mette in scena il solito balletto per scaricare le responsabilità”
Chieti. “Partiamo da un inciso: Con la riapertura delle scuole e delle attività, il Governo Draghi al fine di sopperire agli attuali limiti di riempimento (80%) dei mezzi pubblici imposti dal Covid, ha stanziato ingenti risorse da destinare a Regioni e Province per finanziare servizi aggiuntivi di trasporto pubblico. Secondo quanto riferito in una recente audizione in Commissione trasporti alla Camera dallo stesso Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini “i servizi aggiuntivi previsti per l’autunno 2021 sono pari a 3,4 volte quelli messi in campo a settembre 2020” precisando altresì che “c’è un ampio spazio (finanziario) per potenziare ancora di più il trasporto pubblico locale e le Regioni già sanno che non ci saranno problemi di coperture”.
A fronte di queste rassicuranti dichiarazioni e dei provvedimenti adottati dal Governo, ti aspetteresti che sia la Regione che l’Amministrazione Comunale di Chieti agissero conseguentemente in tale direzione, destinando più risorse al trasporto pubblico per favorire corse aggiuntive e ridurre quel pericoloso fenomeno degli assembramenti e quell’effetto “sardine” peraltro già emerso nei primi giorni di scuola in alcune città abruzzesi tra cui proprio Chieti (come ampiamente documentato e rappresentato dagli organi di stampa).
QUEI TAGLI AI SERVIZI CHE SMENTISCONO LE DECISIONI DEL GOVERNO – Invece paradossalmente ti ritrovi una Regione che sembrerebbe, abbia decurtato oltre 7 mln di euro dalle risorse finanziarie destinate per il 2021 agli oneri del Trasporto Pubblico Locale con una riduzione del 15% di fondi rispetto allo scorso anno. E per non essere da meno anche il Comune di Chieti ha deciso di emulare la Regione, effettuando un drastico taglio della contribuzione comunale destinata al trasporto pubblico locale e che comporterà una importante riduzione dei servizi a partire dal 1° novembre 2021, decisione peraltro oggetto del consiglio comunale fissato per mercoledì 29 settembre.
NON C’E’ DISAVANZO CHE GIUSTIFICHI IL TAGLIO DEI SERVIZI ESSENZIALI – Non mettendo in dubbio le difficoltà dell’Amministrazione Comunale di Chieti a dover fronteggiare l’imponente disavanzo ereditato di 74 milioni di euro, facciamo tuttavia fatica a comprendere la scelta di agire con la scure partendo proprio dal taglio di un servizio essenziale ai cittadini in un contesto peraltro nel quale sono note le attenzioni che il trasporto pubblico sta ricevendo quale settore di diffusione del contagio.
LA POLITICA CERCHI SOLUZIONI AL PROBLEMA ANZICHE’ AZZUFFARSI NELL’INDIVIDUARE LE CAUSE – Così come ci mortifica e ci avvilisce il balletto di accuse reciproche al quale abbiamo assistito in questi giorni tra le diverse forze politiche le quali, dal nostro punta di vista, farebbero bene a ricercare congiuntamente le soluzioni al problema piuttosto che a scaricarsi inutilmente le responsabilità. Vogliamo sommessamente rammentare che a fronte di questo immobilismo politico, vi è un contraltare inconfutabile e che vede da un lato i cittadini di Chieti privati di un servizio essenziale e, dall’altro i 70 dipendenti della PANORAMICA che convivono da quasi un anno con una riduzione salariale di circa 300 euro imposta dall’azienda a causa di un contenzioso che la stessa impresa ha approntato da oltre quattro anni nei confronti dell’Ente Regione e del quale sia i Consiglieri comunali che gli stessi Consiglieri regionali eletti a Chieti sono perfettamente a conoscenza.
IL CONTENZIOSO REGIONALI E I TAGLI DEL COMUNE PRESI A PRESTESTO PER TAGLIARE IL SALARIO AI DIPENDENTI – Lo scorso 24 settembre, in videoconferenza con la Prefettura di Chieti e nell’ambito del tentativo di conciliazione, le Organizzazioni Sindacali hanno espresso il loro disappunto nei confronti della Panoramica che ha inteso far ricadere sui propri dipendenti le conseguenze economiche derivanti sia dalle decisioni adottate dall’Amministrazione Comunale e quindi dal taglio dei servizi che dal lungo contenzioso che si trascina da anni con la Regione Abruzzo. Al tempo stesso le Segreterie regionali unitamente alle Rappresentanze sindacali aziendali hanno rispedito al mittente (Sindaco Ferrara e Assessore Rispoli presenti anche loro alla riunione) le dichiarazioni di “aver fatto tutto il possibile per addivenire ad una soluzione della problematica”.
I fatti sembrerebbero smentirli, tant’è che la procedura in Prefettura si è chiusa con esito negativo e ai lavoratori non rimarrà altro che protestare e scioperare”. Si legge così in una nota di FILT CGIL, FIT CISL e FAISA CISAL.