Vasto. Sembra non finire l’odissea di un papà vastese separato, che, oggi, si è visto negare anche la semplice richiesta di che scuola frequentasse suo figlio, perché “c’è la privacy”.
“Ieri ho accompagnato un nostro associato, papà separato, presso le scuole elementari di Via Bachelet, per sapere se il proprio figlio frequentasse la scuola e che scuola frequentasse. Ad intuito, il genitore ha pensato, per una serie di ragioni, che il figlio potesse essere stato iscritto lì. Presentato il documento di riconoscimento e chiesto con cortesia di sapere se il proprio figlio fosse iscritto in quella scuola, la signora con la quale ha parlato, che non ha voluto nemmeno fornire le proprie generalità, e che non indossava alcun cartellino identificativo come la legge recita, si è rifiutata di dare qualsiasi informazione al padre, dicendo che per soddisfare la richiesta, ci sarebbe dovuta essere stata presente anche la mamma, e mettendo davanti giustificazioni quali ‘la privacy’. Sorgerebbe innanzitutto spontanea la prima domanda per la quale, se per sapere se il proprio figlio frequenta una scuola c’è bisogno di entrambi i genitori, come abbia fatto un solo genitore ad iscrivere il bambino a scuola. Le direttive del Miur, infatti, parlano chiaro: occorre il consenso di entrambi i genitori. Quindi, per iscrivere il proprio figlio a scuola basta un genitore, e per sapere se il proprio figlio frequenta quella scuola, occorrono entrambi! Inutile descrivere la delusione e lo scoramento del nostro associato, che non ha potuto nemmeno sapere dove il proprio figlio va a scuola. Raccontato l’episodio, piuttosto raccapricciante, ci auguriamo ora che la nuova dirigente scolastica voglia invece consentire al papà separato di avere notizie del figlio, che è anche suo e non solo della mamma e voglia nel caso adottare i provvedimenti necessari nei confronti della signora che ha negato le informazioni al papà, fornendocene notizia. Ci batteremo quindi per il nostro associato e per tutti i papà separati che vivono delle condizioni di disperazione a causa di atteggiamenti da parte delle Istituzioni, non propri di un Paese civile e affinché vi sia una vera parità dei sessi, non sbilanciata solo da un lato. Nel frattempo, come associazione, ci attiviamo sin da subito per far conoscere al Miur quanto accaduto e per verificare se vi siano estremi per provvedimenti”.
È quanto ha dichiarato Antonio Borromeo, Presidente dell’associazione nazionale Papi Gump.