Chieti. “In provincia di Chieti ancora tante cattedre disponibili per le supplenze. Mentre in questi giorni (fino al 16 agosto) oltre 5.000 docenti precari della provincia di Chieti sono impegnati a compilare on line moduli per sperare in una chiamata dalle GPS (graduatorie provinciali supplenze) e mentre dei 467 posti autorizzati per il ruolo, oltre un terzo non è stato attribuito per mancanza di candidati nelle graduatorie, la situazione alla ripartenza della scuola, purtroppo, anche per il prossimo anno scolastico non sarà buona.
Non è stato confermato l’organico Covid (organico aggiuntivo che avrebbe dovuto essere strutturale); nel 21-22 era stato ridotto, per il prossimo anno scolastico è prevista la sua cancellazione. E’ un grande errore perché quell’organico serve per garantire le ordinarie funzioni delle scuole, la sicurezza, la vigilanza a iniziare da quelle dei collaboratori scolastici. Serve per avere tempi scolastici distesi, per recuperare quanto perso con i tagli agli organici e con la pandemia.
Invece questo governo ha previsto per i prossimi anni, nella legge di bilancio, un taglio degli investimenti sulla spesa corrente nella scuola e le risorse del PNRR non sono state accompagnate da un intervento su tempo scuola, organici, risorse, riduzione del numero di alunni per classe, dimensionamento scolastico capace di garantire un’adeguata offerta formativa territoriale, con un’attenzione alle aree interne. Purtroppo a decidere sulla scuola continua a essere il ministero del Tesoro che insieme a Palazzo Chigi hanno una sola idea: quella di risparmiare sulla spesa corrente nell’istruzione pubblica.
Così resta al palo anche il CCNL, scaduto nel 2018. Occorrono più risorse per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro; tra i contratti dei settori pubblici è l’unico che non è stato rinnovato. Questo la dice lunga sull’attenzione che c’è nei confronti dei settori dell’istruzione.
Dopo la pandemia ci aspettavamo un segnale sulla scuola; un segnale forte e chiaro. Invece è partita la provocazione del “docente esperto”. E’ l’attivazione di provvedimenti che divideranno il personale, distribuendo mance, senza intervenire contrattualmente sui profili professionali, sulla valorizzazione del lavoro che si fa nelle scuole, sulla collegialità che garantisce i migliori risultati.
Le scuole della provincia di Chieti hanno chiesto più organici sia di docenti che di ATA. La risposta è arrivata con il contagocce. Ci sono scuole che, per numero di plessi, avranno difficoltà a tenere aperte le numerose sedi. Abbiamo chiesto -con insistenza- all’Ufficio scolastico provinciale di accogliere le richieste di maggior organico fatto dalle scuole. Il risultato è stato deludente e discrezionale.
In un contesto in cui si chiede alle istituzioni scolastiche di fare un lavoro in più per aderire ai progetti previsti dal PON e dal PNRR e di sobbarcarsi un aggravio notevole, con organici ridotti al lumicino, si continua con provvedimenti che penalizzano la scuola pubblica anche in provincia di Chieti.
Chiediamo ai decisori politici di fare la propria parte per evitare che, con il declino della scuola pubblica, ci sia anche quello del territorio”. Si legge così in una nota di Flc Cgil Chieti.