Un capriolo finisce nei guai, ma la prontezza dei riflessi dei cittadini consente un intervento della forestale e dei veterinari
Solita routine per i carabinieri forestali del Parco Nazionale della Majella e del Gruppo di Chieti: animali selvatici in difficoltà o incidenti stradali con la fauna locale. Stavolta, però, la situazione era un po’ più “meccanica”: un povero capriolo era rimasto incastrato tra le sbarre del cancello di una ditta a Fara San Martino. Una trappola che poteva rivelarsi mortale per il povero animale.

Il malcapitato, un maschio di circa quattro anni (un bel bestione, insomma), è stato notato da gente del posto, che ha subito capito che non stava facendo una passeggiata panoramica. Hanno fatto la cosa giusta e hanno chiamato i carabinieri del Nucleo Parco di Palombaro. Una volta arrivati, la scena trovata era la seguente: il capriolo lì, bloccato come se avesse messo la testa nel tritacarne. Un vero incubo per l’animale.
A quel punto è scattata l’operazione per salvarlo. I carabinieri forestali non potevano certo tirare le sbarre a mano rischiando di far male al povero animale già in difficoltà. Così hanno chiamato i rinforzi: il personale veterinario del Parco Nazionale della Majella, i veri esperti in “sblocchi” faunistici delicati.
L’incredibile salvataggio del capriolo
I veterinari, con la loro professionalità e la loro attrezzatura speciale, hanno fatto la cosa più saggia: hanno addormentato il capriolo. Una bella dormita profonda per il povero animale stressato, così da poterlo liberare dalle sbarre senza causargli ulteriori traumi o dolori. Una volta che questo dormiva beatamente, i forestali hanno potuto allargare le sbarre del cancello, liberando finalmente il povero prigioniero.

Ma l’operazione non era ancora finita. Prima di rimettere il capriolo in libertà, i veterinari gli hanno fatto un check-up completo. Bisognava assicurarsi che, a parte lo shock e la figuraccia di essere rimasto incastrato come un novellino, il bestione di 4 anni stesse bene. E fortunatamente, le notizie erano buone: solo qualche escoriazione superficiale, niente di grave. Un vero sollievo.
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Così, dopo essersi assicurati che il capriolo fosse pronto per tornare alla sua vita selvaggia, lo hanno svegliato delicatamente. Lui, un po’ intontito dalla “nanna forzata”, si è ripreso in fretta e, con un balzo che sapeva di “libertà”, si è dileguato nella natura circostante. Una storia a lieto fine, grazie alla prontezza dei cittadini e all’intervento efficace dei carabinieri forestali e dei veterinari. Un bel lavoro di squadra per salvare un abitante un po’ troppo curioso dei cancelli altrui.