Fossacesia. Il Sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, ha accolto in Comune Pasquale Caputo, che l’8 maggio scorso, da Monaco di Baviera, ha intrapreso a piedi il percorso che il padre, Francesco, fece subito dopo la liberazione da parte delle truppe americane, dei campi di internamento in Germania, l’8 maggio 1945. Fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943 dai tedeschi, Francesco, allora nell’esercito italiano, di stanza a Verona, fu catturato e tradotto in uno dei campi alle porte di Monaco e vi rimase fino alla fine della guerra. Il figlio Pasquale, dai pochi racconti del padre su quei momenti difficili, consultando gli archivi della Wehrmacht e della Croce Rossa, è riuscito a ricostruire la documentazione del padre e a intraprendere il viaggio di ritorno a Barletta del genitore, che si è concluso il 27 luglio del 1945.
“Sono lieto di questo incontro, perché è un omaggio a Francesco Caputo e ai tanti militari che come lui hanno patito le conseguenze di una guerra che ha seminato morte e distruzione in tutta Europa. Lo considero un gesto importante soprattutto perché ricordare è fondamentale per far conoscere a tutti, soprattutto ai giovani, quanto sia alto il prezzo che si è dovuto pagare per la libertà – ha sottolineato il Sindaco Di Giuseppantonio -. Libertà che va difesa e coltivata ogni giorno. E tutto ciò oggi vale ancor di più in un momento storico in cui stiamo conoscendo quanto avviene in Ucraina”.
Pasquale, che in Abruzzo è stato a Pineto, Giulianova, Pescara e Fossacesia, è stato accompagnato nel suo viaggio da un sottufficiale messo a sua disposizione dell’Esercito e in servizio a L’Aquila.